CATANIA – Sono state sottratte alla criminalità e restituite all’economia legale e al patrimonio dello Stato ricchezze contaminate, acquisite illecitamente, per un valore di 1 milione e mezzo.
Nei giorni scorsi, il personale della Questura di Catania, nell’ambito delle attività finalizzate in particolare all’aggressione dei beni illecitamente conseguiti da soggetti socialmente pericolosi, ha ha eseguito la misura di prevenzione patrimoniale della confisca di beni, prevista dal Codice Antimafia, disposta dal Tribunale di Catania Sezione Misure di Prevenzione, su proposta avanzata dal Questore di Catania, in stretto raccordo con il Procuratore della Repubblica, nei confronti di S. M., di 56 anni, pluripregiudicato in atto detenuto, appartenente alla cosca mafiosa Cappello–Carateddi, più volte sottoposto a misure personali e patrimoniali.
Con questo provvedimento ablatorio, che ha una funzione ripristinatoria, cioè di ripristinare la situazione economica in cui il soggetto si sarebbe trovato se non avesse fruito del provento delle attività illecite, il tribunale ha sostanzialmente confermato il precedente provvedimento cautelare del sequestro, disponendo la confisca di 3 appartamenti, di una società, intestata alla figlia, operante nel settore dei trasporti conto terzi, nonché di 18 veicoli, soprattutto aziendali e di numerosi rapporti finanziari, tutti riconducibili al suddetto S. M., poiché ritenuti frutto, reinvestimento e reimpiego delle attività illecite commesse dall’interessato.
Infatti, l’indagine patrimoniale, condotta dai patrimonialisti della Divisione Anticrimine e della Squadra Mobile della Questura di Catania, ha evidenziato la sproporzione tra i redditi formalmente dichiarati dal 56enne e dal suo nucleo familiare nell’ultimo decennio e i beni acquisiti, ed è stata accertata la disponibilità diretta e indiretta in capo al predetto di beni immobili, mobili registrati e di una società, frutto di guadagni illeciti. Dall’analisi del profilo criminale di S.M., è emersa la figura di un soggetto con elevata pericolosità sociale, più volte sottoposto a misure di prevenzione, con una spiccata capacità a delinquere, come dimostrano i numerosissimi episodi delittuosi, e le relative condanne definitive, di cui si è reso responsabile sin dalla minore età.
Molti di questi di rilevante allarme sociale, quali omicidio, ricettazione, sequestro di persona, rapine, armi e l’appartenenza alle organizzazioni mafiose Santapaola prima, e Cappello per ultimo, come dimostrato dalle numerose operazioni in cui lo stesso è stato coinvolto (“Orsa Maggiore”, “Fiducia 2” e “Revenge”). S.M. è il fratello dei pregiudicati S. G., S. M., S. C. e di S. A., quest’ultimo già organizzatore e promotore del sodalizio criminale Santapaola, con a carico condanne definitive per associazione mafiosa.
Tra i numerosi collaboratori di giustizia che hanno reso dichiarazioni nei confronti di S. M., risultano significative quelle fornite da uno di essi il quale, oltre a descriverlo come personaggio di spicco legato alle attività delle estorsioni e degli stupefacenti nel quartiere Monte Po’, lo definiva “uomo d’onore” per volere del pregiudicato noto come “u Carateddu”. I collaboratori di giustizia raccontano del passaggio di S. M. dal clan Santapaola al clan Cappello-Carateddi a partire dal 2009, quando avrebbe addirittura suggerito al Carateddu le eventuali ritorsioni da commettere.
Lo scorso 23 giugno 2020, nell’ambito dell’operazione “Camaleonte“, S.M. è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Catania, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa l’8 giugno dello stesso anno dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catania, per partecipazione in posizione apicale all’associazione mafiosa denominata clan Cappello-Bonaccorsi, associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico e intestazione fittizia di beni.
Il valore complessivo dei beni confiscati, come riportato già, è stimato in circa un milione e 500mila euro. A febbraio scorso, S.M. è stato raggiunto da un’altra misura patrimoniale del sequestro di beni immobili e di una società di logistica, anch’essa attiva nel settore dei trasporti conto terzi, il cui procedimento di prevenzione finalizzato alla confisca è ancora in corso.
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