Catania, confiscati beni a Carmelo Di Domenico: esponente della criminalità catanese

Catania, confiscati beni a Carmelo Di Domenico: esponente della criminalità catanese

CATANIA – Su richiesta della Procura distrettuale, il Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione ha disposto – e la Guardia di Finanza di Siracusa ha eseguito – la confisca di un patrimonio stimabile nel valore di circa 800mila euro, illecitamente accumulato da Carmelo Di Domenico, esponente della criminalità catanese.

Di Domenico, nell’ambito di un procedimento di prevenzione sempre coordinato dall’Ufficio inquirente, era già stato qualificato soggetto socialmente pericoloso, in quanto dedito abitualmente alla commissione di delitti determinati da finalità di lucro. Egli infatti ha ricevuto in passato più condanne definitive per reati di diversa natura, tra cui rilevano, in particolare, quelli connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Proprio puntando l’attenzione alla condanna inflitta dalla Corte di Appello di Catania, in data 23 gennaio 2019, per spaccio di stupefacenti, nell’ambito del relativo procedimento penale sono stati raccolti elementi d’indagine che hanno acclarato come il condannato forniva in via continuativa, cocaina a esponenti di primo piano del “Gruppo della Borgata”, noto sodalizio criminale operante nella città di Siracusa.

Sulla base delle plurime evidenze giudiziarie acquisite, risultate idonee a definire il profilo di pericolosità sociale del soggetto, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Siracusa, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Catania, hanno eseguito una mirata indagine patrimoniale nei confronti del soggetto socialmente pericoloso, il cosiddetto “proposto” e del suo nucleo familiare, onde verificare la coerenza del loro tenore di vita e del patrimonio posseduto con i redditi dagli stessi dichiarati.

In particolare, le indagini hanno permesso di riscontrare l’incapacità del nucleo familiare del proposto a far fronte agli impegni economici assunti. L’insieme dei redditi dichiarati e/o percepiti, confrontati con il valore dei beni acquistati e con le ulteriori uscite rilevate nel periodo temporale di riferimento (dall’anno 2000 in poi), sono quindi risultati sproporzionati rispetto alle acquisizioni patrimoniali operate, dimostrando un tenore di vita decisamente elevato e incongruo rispetto alle possibilità reddituali e/o derivante da fonti di lecita provenienza.

All’esito dei richiamati approfondimenti patrimoniali, già nel dicembre 2018 erano stati acquisiti elementi idonei per consentire alla Procura della Repubblica etnea di chiedere e ottenere alla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania il sequestro dei beni oggetto dell’odierna confisca, a seguito del quale vengono ora acquisiti al patrimonio dello Stato:

  • 5 immobili correnti nella città di Catania, di cui 2 unità abitative, 2 fabbricati di risalente costruzione e quote di un quinto immobile;
  • una nota attività di ristorazione, già operante nel centro storico di Catania;
  • rapporti finanziari e beni mobili registrati.

L’attività investigativa, che rientra nelle specifiche competenze della Guardia di Finanza in ordine al contrasto alla criminalità economica e finanziaria con l’individuazione e l’aggressione di capitali di origine illecita, si è avvalsa dei più moderni sistemi informatici di ausilio alle investigazioni patrimoniali quali il software “Molecola”, creato dal Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata – S.C.I.C.O., nonché delle diverse banche dati in uso ai militari della Guardia di Finanza.