Catania, chiusura pub OttoTre. Parla il titolare: “Le modalità sono state ridicole”

Catania, chiusura pub OttoTre. Parla il titolare: “Le modalità sono state ridicole”

CATANIA – Dopo la notizia, giunta questa mattina, della chiusura di una pizzeria in via Caduti del Lavoro e del noto pub Ottotre a Catania, è giunta alla nostra redazione la replica del titolare di quest’ultimo locale. Agatino Arena, questo il suo nominativo, afferma come le motivazioni per le quali ha subìto la sanzione di chiusura di cinque giorni non siano state di particolare peso.

Inoltre è stato anche sottolineato come durante il periodo della chiusura sia accaduto un fatto spiacevole e come lattività di asporto sia stata fatta rispettando le regole in tutto e per tutto.

Le parole del titolare

“Stamattina quando ho visto la notizia – afferma Arena – mi è venuto un po’ da ridere perché le modalità con le quali la polizia municipale ha emesso il verbale sono un po’ ridicole. Dal 24 ottobre non lavoravamo e abbiamo aperto a metà febbraio. Tra l’altro l’1 febbraio eravamo stati vittime di uno scasso al locale, durante il quale si sono fregati tutto e ci hanno lasciato a zero fregandosi tutte le bottiglie. Nonostante ciò abbiamo deciso di ripartire d’asporto dalle 18 alle 22 e prima di aprire abbiamo chiamato 5 o 6 volte la polizia municipale chiedendo come ci dovevamo muovere dicendo che il cliente poteva entrare, prendere il cocktail e uscire senza sostare davanti alla porta. Come ci hanno detto abbiamo fatto.

Domenica è venuto un agente della polizia municipale che conosciamo molto bene, perché da quando abbiamo aperto opera nel centro storico, e ha iniziato a controllare bagno e cucina pensando di trovare qualcuno, ma non ha trovato nessuna persona, nemmeno che consumava. Malgrado ciò mi ha fatto chiudere il locale solo perché davanti c’erano sette persone che sostavano, non tutte col drink, ma a 6-7 metri di distanza dalla porta. Abbiamo chiesto il motivo, ma non ci ha lasciato parlare dicendo che doveva procedere alla chiusura perché secondo lui stavamo creando assembramento. Io gli ho fatto presente che lo stesso giorno in via Etnea c’era un fiume di persone che passava e che era da mesi che non lavoravamo. Il mio locale da 12 anni lo conoscono quasi tutti e sulle persone che stavano davanti non hanno fatto alcun accertamento.

Ci hanno poi chiamato a piazza Duomo per darci il verbale di chiusura, misura davvero esagerata in questo periodo di crisi. Il comandante del Reparto Annona di Catania mi ha pure detto che il cliente non lo dovrei fare entrare, ma ciò è sconfessato dal decreto, come mi ha detto l’assessore alle Attività Produttive, Ludovico Balsamo. Fanno chiudere un imprenditore piccolo come me”.