Catania, che disastro quei tombini otturati! Ecco come annega la città sotto i nubifragi

Catania, che disastro quei tombini otturati! Ecco come annega la città sotto i nubifragi

CATANIA – C’è chi, ironicamente, l’ha ribattezzata come “la nuova Venezia” mentre altri, esasperati dall’ennesima caterva di disagi che si ripresenta ciclicamente a ogni pioggia, hanno preferito interrogarsi sul perché dei motivi che hanno provocato un nuovo cataclisma alle pendici dell’Etna.

Ancora una volta, poche ore dopo l’ultima “bomba d’acqua” che ha colpito con violenza l’area etnea, nella città di Catania si fa la conta dei danni dovuti a una situazione d’emergenza che, con il passare del tempo, è diventata una vera e propria consuetudine alle nostre latitudini.

Sappiamo ormai da anni, infatti, che il passaggio dalla stagione estiva a quella autunnale coincide, nel comune etneo, con l’arrivo di forti nubifragi che, seppure di breve durata, mettono a soqquadro l’intero territorio. A farne le spese sono quelle zone del capoluogo già teatro in passato di allagamenti ed esondazioni come il Villaggio Santa Maria Goretti, la Zona Industriale e l’aeroporto.

Tuttavia, da qualche tempo, i problemi si sono estesi anche nel cuore della città dell’elefante. In occasione di una pioggia forte, le arterie principali del capoluogo etneo si trasformano in pericolosissimi fiumi in piena che travolgono ogni cosa sul loro cammino. Il rito ormai consueto di cittadini e commercianti è sempre lo stesso: barricarsi in fretta e furia prima di essere trascinati via dalla corrente.

A incidere in maniera determinante è l’incresciosa condizione nella quale versa il sistema di deflusso delle acque piovane in diversi punti della città etnea, in particolare nel centro storico. A partire da via Etnea alta, all’altezza della storica piazza Cavour, molte caditoie sono letteralmente “tappate” da fogliame e detriti vari. Le nostre immagini, scattate proprio poche ore prima del tremendo nubifragio di giovedì 4 ottobre, sono la testimonianza di una situazione allarmante.

Spostandoci verso sud, percorrendo via Antonino Longo, la situazione pare addirittura peggiorare. In questo tratto i tombini sono addirittura irriconoscibili e la sporcizia accumulata denota una totale assenza di pulizia. Carte, buste di plastica, rametti, confezioni di prodotti di vario genere e addirittura un cappellino decorano tristemente un altro chiusino. La musica non cambia nemmeno davanti la sede dell’Amt, dove si notano altri tombini otturati.

Preoccupante anche la situazione degli sbocchi in piazza Roma, proprio davanti l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. In questo punto sono addirittura quattro i tombini intasati dal ciarpame. La stessa situazione viene replicata all’incrocio tra via Caronda e via Umberto, dove ci sono almeno altri due tombini inefficienti.

Com’è possibile che una città già messa in ginocchio dai problemi causati dalle piogge torrenziali non sia riuscita a provvedere in tempo a queste inadempienze? Per capirlo abbiamo provato a contattare l’assessore ai Lavori Pubblici, Giuseppe Arcidiacono, ma in un primo momento dalla sua segreteria ci è stato risposto “non è possibile perché in questo momento non c’è“, invitandoci “a chiamare domani“. Il giorno seguente, allo stesso numero, nessuno è intervenuto ad alzare la cornetta. Ci auguriamo che, chi di competenza, possa presto fornire risposta alle domande nostre e a quelle di altri cittadini.