Catania, caso Yachting. Il presidente Ballati: “Sono estraneo all’accaduto”

CATANIA – “Eravamo entrati solo da pochi minuti e abbiamo avuto a mala pena il tempo di ballare al ritmo di una sola canzone, fino a quando la polizia amministrativa ha sgomberato lo Yachting”. Sono queste le parole di Giulia, una ragazza che lo scorso sabato notte si trovava al circolo “Auto Yachting Club” di viale Artale Alagona.

Luci colorate e musica a tutto volume hanno fatto da sfondo ad una serata che poteva essere individuata come l’avvio non ufficiale (quello è sempre calendarizzato dall’Auto Yachting Club) delle serate estive e che invece è stata tutt’altro.

Intorno alle 23, infatti, la polizia amministrativa ha fatto irruzione nel club e sono bastate solo poche ore per decretare la chiusura del locale e lo sgombero degli oltre mille giovani presenti al suo interno.

La mancata licenza della polizia e l’omissione del certificato attestante la solidità della struttura, sono le irregolarità che sono state contestate e che hanno portato alla decisione che sta facendo discutere tutta Catania.

E nel polverone mediatico che ha coinvolto la gestione della struttura prova a fare chiarezza il dott. Franco Ballati presidente del club privato.

“La serata aperta al pubblico, diversamente da quelle organizzate per i soci del club, è stata organizzata dalla società Settantaquattro Srl che aveva affittato il locale – afferma il dott. Ballati -. Conditio sine qua non della concessione in affitto, era la corretta presentazione di tutti i documenti che attestassero le autorizzazioni riguardanti la Siae e quelle richieste dalla polizia – continua il presidente dello Yachting -. Non sono un esperto e quando mi è stato consegnato tutto il materiale e i certificati, avevo creduto che la documentazione fosse completa, ma i fatti hanno dimostrano che purtroppo così non è stato”.

Dunque il presidente Ballati dichiara la sua totale estraneità rispetto ai fatti recentemente accaduti, affermando anche che si tratta di un locale in grado di contenere centinaia di persone non mille come invece si è verificato durante lo scorso fine settimana.

La stragrande abbondanza di pubblico presente quella sera sarà sicuramente stata invogliata dal costo del biglietto di ingresso che sino a mezzanotte era pari a 2 euro, ma allo scoccare del nuovo giorno, il bel gioco terminava e la quota per l’ingresso aumentava a dieci euro. Quei tantissimi che, come Giulia, sono entrati pagando la somma rialzata e poi sono stati accompagnati all’uscita dopo solo pochi minuti si stanno ancora chiedendo che fine abbiano fatto i loro soldi.

Vittoria Marletta

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