Catania, caos Teatro Stabile. D’Amico (Cisl): “Basta giochi politici: pensiamo ai lavoratori”

CATANIA – Il direttore dello Stabile Dipasquale si dimette o non si dimette? Sulla crisi del teatro etneo nelle ultime ore tiene banco la notizia delle dimissioni, poi smentite in parte, del direttore e pesanti sono state – come avviene da sempre del resto – le ingerenze della politica.

Ma per Antonio D’Amico, sindacalista della Cisl, occorre andare oltre queste polemiche e pensare al futuro e al presente dei lavoratori del teatro che da mesi non percepiscono lo stipendio.

“L’intera giornata di domanispiega il sindacalistasarà di sciopero per i lavoratori. Congiuntamente all’Ugl faremo un sit in al teatro Verga perché c’è chi da mesi non percepisce lo stipendio e non è interessato alle beghe attuali”.

Lo sciopero, in ogni caso, non avrà ripercussioni sulla programmazione e quindi sugli spettatori. Il calendario sarà rispettato e non sarà ostacolata la messa in scena dello spettacolo previsto ma, aggiunge D’Amico, “occorre che i lavoratori esprimano il loro disagio anche se hanno dato tutto il supporto necessario affinché lo spettacolo si svolga regolarmente”.

Sicuramente per l’esponente della Cisl è auspicabile “un indirizzo nuovo nella gestione del teatro” ma i riflettori dovrebbero essere puntati su chi “è in arretrato di quattro mensilità”.

“C’è gente che ha lavorato come stagionale in teatroprosegue D’Amico per vent’anni e adesso non è più chiamata. Si tratta di professionalità preziose e consolidate e adesso di cosa stiamo parlando? C’è un teatro distrutto al netto di ogni bega politica”.

Viene respinta al mittente la “giustificazione” dei tagli statali come causa della crisi dello Stabile, anche perché hanno colpito altre realtà che comunque non hanno sofferto allo stesso modo.

In sofferenza vi sono 35 lavoratori amministrativi più una ventina di stagionali (tra cui maschere, scenografi e attrezzisti) e, per non far mancare nulla, sono svariati gli attori non pagati.

Un quadro sconcertante e in tutto ciò la Cgil non parteciperà allo sciopero in previsione domani perché, secondo Davide Foti, danneggerebbe gli abbonati in un contesto “di spartizione politica”.

Ma la spartizione politica in teatro non sembra essere una novità.

Andrea Sessa

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