CATANIA – È in corso a Catania la raccolta di firme promossa da Cgil e Uil per chiedere al presidente Schifani, di ritirare il suo sostegno all’autonomia differenziata, la riforma avviata dal governo nazionale. L’evento è previsto per mercoledì 7 giugno, dalle 9 alle 12, di fronte alla sede Asp di via Santa Maria La Grande 5. I segretari generali della Cgil, Carmelo De Caudo, e della UIL, Enza Meli, saranno presenti.
La scelta della sede per l’installazione del banchetto non è casuale; molti attori politici e sociali, sindacati in testa, temono soprattutto problemi sanitari per il sud Italia a causa del decreto Calderoli. C’è il rischio che il divario tra le due parti del Paese diventi sempre più profondo, con una qualità dei servizi sempre più disuguale e un ritorno al passato anche per quanto riguarda i trasferimenti sanitari verso il Nord. A Catania, inoltre, le strutture sanitarie pubbliche etnee hanno raggiunto livelli inaccettabili, come dimostra la decisione dell’Asp di rivolgersi a medici privati che offrono servizi a gettone al costo di 100 euro all’ora.
Secondo il testo della petizione che sarà presentata ai cittadini catanesi il 7 giugno, la Sicilia non può accettare l’autonomia differenziata. Si prevede che questa proposta avrà conseguenze negative, come una sanità pubblica più fragile, con l’impossibilità per tutti di accedere alle cure, un sistema educativo più debole, meno infrastrutture, meno sviluppo e meno opportunità di lavoro.
Si teme che i diritti fondamentali non saranno garantiti e che aumenterà il divario con le regioni più forti del Paese. Pertanto, si chiede al presidente della Regione, Renato Schifani, di ritirare il suo sostegno all’autonomia differenziata e di difendere gli interessi della Sicilia, che richiede misure per lo sviluppo e l’occupazione. Si ritiene che questa proposta possa dividere il Paese, favorendo le regioni più forti e abbandonando quelle più deboli. I sindacati vogliono anche svelare le false promesse, come evidenziato nel documento di economia e finanza del governo, che conferma l’inefficacia di questa proposta a discapito della Sicilia.
Si sostiene, peraltro, che i costi dell’insularità, stimati in 6 miliardi di euro all’anno secondo quanto stabilito dalla Costituzione, dovrebbero essere compensati. Tuttavia, non è stato fatto nulla in tal senso, e persino i 50 milioni destinati alle isole minori sono scomparsi. Si vuole far sentire forte la voce della Sicilia, che si schiera a favore dell’Isola stessa e dei siciliani.
I tentennamenti e le incertezze non faranno altro che allungare i tempi e rischiano di causare danni incalcolabili per il Mezzogiorno. Pertanto, coloro che si oppongono all’autonomia differenziata chiedono quindi al presidente Schifani di ascoltare le richieste e di assumere una posizione chiara per evitare questa truffa.
Foto di repertorio
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