CATANIA – Lì a Biancavilla, c’erano diversi contendenti per la leadership della cosca Toscano-Mazzaglia-Tomasello. E nessuno voleva demordere, volevano “curare il giardino” come dicevano loro. Questo ha creato una frattura nel clan dove c’erano gli schieramenti. All’interno di questo contesto mafioso si sono inserite le indagini di polizia e carabinieri che hanno portato all’arresto di sei persone mentre una è ricercata.
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Il testa a testa fra questi uomini d’onore è stato a suon di omicidi. La guerra intestina alla cosca si è aperta nel 2010 quando è stato organizzato l’assassinio di Giuseppe Mazzaglia al quale seguirono quello di Roberto Ciadamidaro nel 2012, di Alfredo Maglia nel 2013 e di Agatino Bivona e Nicola Gioco nel 2014.
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Bisognava, dunque, intervenire e subito. Dopo la morte di Alfredo Maglia è iniziata l’attività investigativa della squadra mobile coordinata dal dirigente Antonio Salvago, del nucleo operativo dei carabinieri di Catania gestito dal maggiore Angelo Santo e della procura distrettuale antimafia con Giovanni Salvi.
I territori di Biancavilla e Adrano, che in passato sono stati scenario di numerosi omicidi, adesso tornano a creare preoccupazione per i conflitti mafiosi che si stanno generando proprio per il controllo del territorio ma si è ancora solo all’inizio dell’indagine.
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Giusto una settimana fa a Biancavilla durante un blitz a casa di Alfio Cardillo sono stati sequestrati pistole, fucili, un kalashnikov e diversi altri mitragliatori mentre c’era un summit in corso.
Tutto, infatti, era pronto per una nuova esecuzione, anzi due perché il fratello di Alfio, Vincenzo Cardillo, da poco uscito dal carcere, aveva ripreso il controllo del clan e voleva mantenerlo. Ma in quell’occasione finirono in manette Alfio e Vincenzo e Gaetano Musumeci.
Ora i nuovi arresti perché, al pericolo che potessero esserci nuovi omicidi, si aggiungeva quello di fuga in quanto c’era già chi aveva pensato di trasferirsi in Germania in quanto non si trovava più in linea con le regole dettate dalla cosca. E in carcere sono finiti i fratelli Giuseppe e Roberto Maglia con il cugino Giuseppe Maglia, Riccardo Salvatore Cantone, Davide Santangelo e Placido Toscano che vi mostriamo qui di seguito, in ordine.
Erano loro che andavano dai commercianti del paese a chiedere il pizzo. Nella rete malavitosa sono finiti anche il titolare di un chiosco e il responsabile di una ditta agricola. E fra i reati contestati agli arrestati c’è l’associazione mafiosa, l’estorsione e la detenzione illegale di armi da fuoco clandestine.