CATANIA – Maltrattamenti nei confronti di anziani e di persone con disabilità all’interno di una casa di riposo di Catania: per tale ragione è finita ai domiciliari S.B. di 62 anni.
L’esecuzione della misura cautelare è stata emessa nella giornata di ieri dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania che ha delegato la Polizia di Stato. Il provvedimento è stato emesso il 9 agosto
2022 dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania.
La donna è gravemente indiziata, allo stato degli atti e in relazione alla fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle difese, del reato di maltrattamenti aggravati dal fatto di essere stati commessi nei confronti di anziani o di persone con disabilità all’interno di una struttura sociosanitaria sita in un comune dell’hinterland etneo.
L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile – “Sezione III Reati contro la persona, in danno di minori e reati sessuali” – che ha consentito al pubblico ministero di richiedere ed ottenere il provvedimento restrittivo in argomento, scaturisce da una denuncia sporta da un familiare che aveva avuto modo di apprendere e riscontrare maltrattamenti ai danni di un congiunto al quale i sanitari del Pronto Soccorso di un nosocomio cittadino diagnosticavano “…frattura vertebrale”, guaribile in 30 giorni.
I successivi approfondimenti investigativi, coordinati dal pool specializzato della Procura etnea, hanno consentito di appurare che S.B., con il ruolo di direttrice all’interno della richiamata struttura socio-sanitaria, oltre ad aver maltrattato la citata vittima, avrebbe posto in essere condotte similari nei confronti di altri anziani sottoposti alla sua autorità ed identificati nel corso della breve, ma intensa indagine svolta, supportata anche da presidi tecnici.
Dalle investigazioni è emerso che l’indagata avrebbe colpito con schiaffi e spintoni gli ospiti, ricorrendo ad ingiurie, umiliazioni gratuite e finanche alla violenza fisica e allorché qualche anziano ospite, alloggiato nella struttura, osava disubbidire alle regole sarebbe stato punito con il divieto di pranzare con gli altri o gli sarebbe stato imposto di rimanere a letto, senza colazione.
In sostanza, con la sua condotta, l’indagata avrebbe generato uno stato di prostrazione, soggezione e sofferenza nelle persone affidate alle sue cure, particolarmente vulnerabili per età ed anche per la circostanza di essere lontane dai propri familiari.
In un’occasione, dopo che un’anziana faceva ingresso nella cucina della struttura, dirigendosi al lavabo per bere un po’ di acqua, l’indagata avrebbe incominciato a raccogliere con entrambe le mani, usate a mo’ di contenitore, l’acqua corrente, e per ben due volte avrebbe versato l’acqua, nel frattempo accumulatasi, sulla testa dell’ospite, urlandole contro frasi del seguente tenore: “Tu sei nata maleducata, tu dici che sei signora, ma non sei stata mai signora tu… Mai!” ed ancora: “Io ne ho viste femmine maleducate, ma non come a te… c’è il Signore che ci pensa, magari ci pensasse il Signore! Io maleducate ne ho viste, ma non come a te (…) hai tutte le forme di un animale tu… tutte precise, hai tutte le forme di un animale”.
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