CATANIA – C’è silenzio, rabbia, rispetto. Lacrime che scendono furtive. Il caotico Duomo di Catania, abbassa il capo per dire un’ultima volta addio a Santo Re. Proprio quel Santo che oggi sarebbe andato a lavorare in questo “normale” mercoledì. Ma invece no, perché ormai tutto è tollerato dall’indifferenza.
E allora oggi piangiamo, in silenzio, un normale cittadino morto in una normale giornata, in un mondo che di normale ha tutto e niente.
Noi seguiremo i funerali qui dalla Cattedrale di Sant’Agata.
Un ultimo saluto a Santo Re
Sono le 16 del pomeriggio quando Piazza Duomo comincia a cambiare toni e colori. Si percepisce nell’aria una sensazione diversa.
Ecco che gruppi di parenti, amici e conoscenti si fanno sempre più grandi e vicini. Un manto nero tinge una piazza intera. Poi l’arrivo del feretro, gli abbracci, i pianti.
Un applauso e fiori ad accompagnare Santo.
A celebrare le esequie di Santo Salvatore Giambattista Re, l’Arcivescovo di Catania S.E.R. Mons. Luigi Renna. Tutti in silenzio e in preghiera ascoltando le parole pronunciate.
16.40 “La sofferenza è grande perché questa morte è diversa dalle altre”, spiega Renna. “Non è la morte di chi muore in ospedale per una malattia. O di chi ha raggiunto una veneranda età. È la morte di chi è stato colpito all’improvviso, da chi non se lo aspettava. Da quella mano che tante volte egli aveva con gentilezza nutrito”.
16.50 “Santo era disarmato”, dice Renna. “Disarmato in una Catania di chi purtroppo vede nelle armi un idolo. E questo fa bene onore ad un uomo che ha saputo insegnare la pace e non l’odio”.
17.16 “Perde la vita un onesto lavoratore e padre di famiglia per colpa di un sistema giudiziario malato”, dice Giuseppe, un cittadino.
17.40 Il feretro esce dalla Cattedrale avvolto da applausi e lacrime. Una costellazione di palloncini blu e bianchi vola nel cielo limpido di Catania. La piazza si riempie sempre di più, gli applausi si fanno sempre più forti. Un urlo: “Ciao,Santo”.