CATANIA – Quello dell’abbandono scolastico è un fenomeno che, specie in alcuni quartieri di periferia, passa “sotto silenzio” ed è spesso all’origine di situazioni personali che portano a cadere nella rete della microcriminalità giovani e giovanissimi, la cui evoluzione sociale è, purtroppo, segnata da un marchio negativo.
Proprio per fronteggiare tale situazione, nei giorni scorsi, agenti del Commissariato Librino hanno eseguito numerosi controlli per il contrasto della dispersione scolastica. Lavorando in stretta collaborazione con i Dirigenti degli istituti d’istruzione, sono stati accertati 14 casi che interessano una fascia d’età che va dai 7 ai 16 anni, in cui sono emerse gravi situazioni di abbandono scolastico dell’istruzione primaria e primaria di secondo grado.
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All’attività di screening, possibile grazie al fattivo apporto degli uffici scolastici, si è affiancata quella prettamente giudiziaria che ha portato gli agenti a identificare gli esercenti la potestà genitoriale di bambini e ragazzi ai quali è stata negata la possibilità di avere un futuro dalle possibilità di successo equiparate a quelle dei coetanei che frequentano i corsi di studio.
Chiamati a rispondere delle loro responsabilità penali, 20 genitori sono stati indagati in stato di libertà per il reato previsto dall’art. 731 del Codice penale che punisce chiunque, rivestito di autorità incaricato della vigilanza sopra un minore, omette, senza giusto motivo, d’impartirgli o di fargli impartire l’istruzione prevista dalla normativa vigente.
A margine delle deplorevoli condotte sanzionate, scriteriatamente e incomprensibilmente messe in atto dai genitori dei ragazzi, si sono registrate diverse e variegate “giustificazioni” per l’accaduto che, invece di “alleggerire” la posizione dei responsabili, hanno costituito un’aggravante – se non altro sul piano morale – di un comportamento messo in atto per inerzia o per mero disinteresse.
A tutela dei ragazzi, sono stati informati anche la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minori.