Catana, Uomini Vs Donne: arriva la risposta dello psicologo. “Le donne sono libere, gli uomini dipendenti” – INTERVISTA

Catana, Uomini Vs Donne: arriva la risposta dello psicologo. “Le donne sono libere, gli uomini dipendenti” – INTERVISTA

CATANIA – “Cosa faresti se per 24 ore sparissero dal Mondo tutte le persone de sesso opposto al tuo?”: questa la domanda posta qualche giorno fa a diversi giovani di Catania che hanno spiegato in poche parole cosa avrebbero fatto dopo la scoperta della sparizione dell’altro sesso.

Nessun limite alla fantasia, al tempo, al contesto storico in cui viviamo, solo una piccola regola: tutto durerà 24 ore. In sole 24 ore, infatti, gli intervistati sanno che non potranno compiere grandi gesti o realizzare ogni desiderio della propria vita, bensì avranno spazio per una sola piccola azione.

Per le donne è stata la ricerca della propria libertà, ma per gli uomini – contro ogni pronostico – l’assenza dell’altro è stata anche solo immaginariamente difficile da sopportare.

Sul caso è intervenuto ai microfoni di NewSicilia il dottor Marco Cappuccio, psicologo catanese che ha voluto analizzare il fatto e proporre una chiave di lettura che fosse profonda e obiettiva: “Il quadro complessivo delle risposte evidenzia significative differenze fra le risposte femminili e quelle maschili. Le reazioni femminili riguardo ad un’assenza straordinaria, ma limitata temporalmente, degli uomini sono contrassegnate da un diffuso e immediato senso di ‘liberazione’ dalle componenti limitanti, discriminatorie o ‘violente’ in senso ampio, significativamente presenti nel quotidiano femminile in rapporto alla presenza maschile. Sono assenti timori espliciti di ‘perdita’ nel proprio ruolo, probabilmente per la temporaneità annunciata del fenomeno che consentirebbe di viverlo come una ‘piacevole vacanza’.

“Le risposte maschili sono contrassegnate invece da una maggiore problematicità nella percezione dell’ipotesi in questione. Si evidenziano interrogativi sulla natura e la durata del fenomeno, bisognosi di rassicurazione sulla transitorietà di esso, che appaiono necessari per contenere l”angoscia di perdita’, che in altre risposte viene esplicitata più chiaramente, considerando la dipendenza del proprio ruolo social-sessuale dalla ‘presenza’ femminile. Solo chi depressivamente già vive l’assenza del femminile dalla propria vita non immagina cambiamenti in negativo nel proprio vissuto, confermando comunque la significativa ‘mancanza’ che lo caratterizza”, spiega.

In molti, infatti, hanno raccontato che per loro un giorno senza l’altro non avrebbe rappresentato in alcun modo un problema. Ma a sconvolgere maggiormente, all’interno della statistica, è che nessuna donna si è davvero chiesta come risolvere il problema, come recuperare gli uomini o farli tornare, proponendo soluzioni veloci e quasi poco ragionate, istintive come richiesto. Mentre d’istinto l’uomo non è riuscito a sentirsi più libero, ma solo “uguale a prima” o “peggiore”, non trovando una parte migliore di sé o della propria vita nell’assenza dell’altro sesso.

Conclude: “Tale quadro di risposte sembra sinteticamente evidenziare e confermare un dato prevedibile: nell’attuale squilibrio tuttora presente nel rapporto tra sessi e generi, il femminile ha più da ‘guadagnare’, in un tempo immediato e contingente, da un’ ipotetica assenza dell’Altro da sé, in termini di autonomia e libertà; il maschile ha molto più da perdere, rivelando ‘dipendenze’ dal femminile spesso negate o nascoste”.