CATANIA – Accordo tra governo e sindacati bocciato anche dai lavoratori Almaviva di Catania, con 663 voti negativi, appena 17 positivi e 13 schede bianche.
In totale hanno espresso il proprio parere 697 votanti su 1110. La conclusione è che di sacrifici ne sono già stati fatti abbastanza e che è inammissibile che a fine mese migliaia di dipendenti dell’azienda possano essere licenziati, oltre 1600 nella sola sede di Palermo.
L’incontro di qualche settimana fa al Ministero dello Sviluppo Economico davanti al sottosegretario, Teresa Bellanova, è servito a poco. Le speranze di poter andare avanti ci sono, ma non a certe condizioni, che non danno garanzie e non tutelano i dipendenti.
La mancanza degli ammortizzatori sociali e di un fondo destinato al settore dei call center non è più una cosa possibile nel 2016 e in un settore che, negli anni, è diventato un pezzo importante dell’economia.
Per questo, i sindacati sono pronti a dare ancora battaglia, cercando un nuovo dialogo con il governo e con l’azienda. I temi caldi, oltre a quelli legati all’aspetto economico, riguardano la delocalizzazione all’estero e la gara (esageratamente) al ribasso delle committenti.
“Il governo – spiegano i sindacati – ha l’obbligo di intervenire e di assumersi le responsabilità sociali e politiche di un settore che rischia di implodere. Ci vogliono garanzie per questo lavoro, oltre che una dignitosa retribuzione. Non parliamo più di un lavoro per pagarsi gli studi”.