Carmelo Scilio, il “re” del narcotraffico: una corona per ricevere coca e marijuana da calabresi e palermitani

Carmelo Scilio, il “re” del narcotraffico: una corona per ricevere coca e marijuana da calabresi e palermitani

CATANIA – Una corona tenuta in casa per far capire agli amici calabresi il proprio potere, questo era il modo con il quale Carmelo Scilio accoglieva Domenico e Francesco Mammoliti, appartenenti alla cosca ‘ndrina, nota come Fischiante. Tutto questo è emerso nell’ambito dell’operazione condotta dalla polizia di Catania, che questa mattina ha portato all’arresto di 21 persone per associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.

L’operazione è denominata Capricornus, dal nome della strada nella quale Scilio risiedeva, via Capricorno appunto, nel quartiere catanese di San Giovanni Galermo.

Questa fiorente attività è stata svolta nel periodo compreso tra il 2015 e il 2016 e ha visto il passaggio di marijuana e cocaina dalla Calabria alla Sicilia attraverso dei corrieri, gestiti dai Mammoliti. La casa di Scilio a San Giovanni Galermo era l'”epicentro” del traffico di droga, assieme a quella di Salvatore Anastasi nel rione Monte Po’.

Il sistema di videosorveglianza installato dalle forze dell’ordine ha ricostruito i movimenti del traffico di sostanze stupefacenti.

Nella casa di via Capricorno Scilio teneva una corona, chiaro intento di apparire come “regnante” del territorio, oltre che conferma per i corrieri di essere nel posto giusto. I Mammoliti, originari di San Luca, in provincia di Reggio Calabria, sono un clan della ‘Ndrangheta che negli anni ’70 si dedicava ai sequestri di persona. In seguito sono passati all’attività edilizia fino al loro ingresso nell’ambito del redditizio mercato degli stupefacenti e giungevano in Colombia per procurare la droga direttamente con i cartelli.

Ma, oltre al fermo dei sodali, l’operazione ha portato al fermo di due acquirenti catanesi, Alessandro Tomaselli, 43 anni, e Mario Narduzzi, 40 anni. Quest’ultimo risiedeva nel quartiere Picanello, mentre Tomaselli era già stato arrestato nell’ambito dell’operazione Cap Sparrow, condotta una settimana fa sempre dalla polizia etnea.

Il narcotraffico vedeva anche un movimento tra Catania e Palermo, in quanto Salvatore Minore e Salvatore De Simone, nativi di Partinico, nel Palermitano, rifornivano Scilio di marijuana e in cambio prendevano la cocaina.

Il capo della squadra mobile di Catania, Antonio Salvago, afferma: “Siamo riusciti a individuare due gruppi calabresi, quello dei Mammoliti, noto come Fischiante, e un altro del Vibonese, che per conto di fornitori calabresi portavano lo stupefacente a Catania. I Mammoliti sono saliti agli onori della cronaca negli anni ’70 per i sequestri di persone. Parliamo di associazioni temporanee di impresa che si mettono d’accordo per trafficare stupefacenti su larga scala. Il coordinamento dell’autorità giudiziaria ci ha permesso di giungere a questi risultati. La corona a casa di Scilio ha un valore simbolico, in quanto attesta il loro potere nell’ambiente criminale, e non è semplice penetrare nelle zone in cui si spaccia droga installando le telecamere. Questo lo facciamo con molta accortezza e il nostro lavoro si muove su due binari, quello della disarticolazione delle piazze di spaccio e quello del blocco del loro approvvigionamento“.