CATANIA – Dopo la potatura degli alberi a Catania, cresce il disagio e il dispiacere dei cittadini nel vedere gli alberi potati “senza pietà“. L’intervento, come solito fare da molte amministrazioni comunali, è stato quello dell’eseguire la capitozzatura, lasciando quindi gli alberi senza chioma, foglie e rami. Questo sistema ha creato forte dibattito: infatti, in molti, credono che non sia salutare lasciare gli arbusti come dei “grandi mutilati”.
Si moltiplicano, quindi, le segnalazioni e le proteste, da parte dei residenti e commercianti del quartiere Borgo-Sanzio, per la pratica della capitozzatura degli alberi in diverse zone della città, ultima nell’oasi verde di via Sassari e corso delle Province.
“Una morte lenta e silenziosa quella inflitta a moltissimi dei nostri alberi“. Lo scrive in un comunicato il Comitato Cittadino Vulcania, il cui presidente Angela Cerri precisa che “Contestare le potature eseguite in diverse zone del quartiere, che da tempo segue le sorti del polmone verde cittadino, continuano gli interventi devastanti di potatura effettuate in questi ultimi mesi, senza alcuna conoscenza e capacità in materia di cura e manutenzione del verde pubblico.
Alberi con la chioma mozzata, scheletri senza foglie, figure informi più simili a sculture postmoderne che ad esseri viventi – continua la Presidente -. È questo il trattamento riservato a scadenze prestabilite al verde urbano ed extraurbano un po’ ovunque.
La capitozzatura è una pratica perversa che nel quartiere, e non solo, ha assunto una diffusione allarmante e che si conferma essere la principale minaccia per gli alberi delle città. Non ci stiamo – chiarisce il comitato Vulcania -. Esigiamo più attenzione e cura per i nostri alberi.
Le potature degli alberi vanno eseguite con criterio e la condizione indispensabile per ciò sarebbe l’approvazione di un piano\regolamento del verde che fissi una volta per tutte i criteri per la scelta, l’impianto e la manutenzione del verde – prosegue il comitato cittadino -. Non è una questione di fanatismo ambientalista ma è una responsabilità necessaria e conclamata da evidenze scientifiche ormai ampiamente riconosciute.
Per questo – conclude Angela Cerri – non c’è uno solo ma almeno dieci buoni motivi per tutelare alberi con queste caratteristiche: producono ossigeno, puliscono l’aria, puliscono l’acqua, sono alleati del clima, sono alleati del suolo, aumentano la biodiversità, proteggono dai rumori, sostengono l’economia, contribuiscono al benessere psico-fisico dell’uomo e sono la nostra memoria storica“.
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