CATANIA – All’indomani della proposta di legge della Commissione parlamentare antimafia che prevede l’aggravante dell’istigazione o dell’apologia della mafia, il cantante neomelodico catanese Niko Pandetta ha rilasciato una dichiarazione all’Ansa esprimendo il suo parere e rompendo il silenzio dopo 2 anni.
La norma, infatti, potrebbe creare qualche problema ai tanti cantanti che come lui esprimono – direttamente o indirettamente – quasi il loro sostengo o consenso alla criminalità.
Ma Niko Pandetta sarebbe realmente cambiato, del passato soltanto un ricordo: “Sono un’altra persona, mi scuso per gli errori fatti, ma vengo da un quartiere e da una famiglia difficile e ho sbagliato“. Si riferisce anche al fatto che, anni fa, ha dedicato una canzone allo zio, Salvatore Cappello detto Turi, boss catanese al 41 bis.
“È il personaggio che piace, ma io non sono così. Ho fatto mille sbagli e ho pagato, ma sono cambiato. Con certe stupidaggini ho chiuso: vorrò sempre bene a mio zio perché mi ha aiutato quando ne avevo bisogno, ma non scrivo più canzoni del genere. Ho cambiato musica, parlo d’amore e penso che Falcone e Borsellino siano state due persone perbene che si sono sacrificate per tutti noi“, spiega all’Ansa.
“Avevo la testa bruciata, avevo la malavita nel cervello. Ho scritto ‘Dedicata a te’, il mio primo pezzo, per ringraziare mio zio Turi. Ho sicuramente fatto una cretinata e me ne scuso“, racconta.
“Se facessero una legge che punisce chi inneggia alla mafia non mi sentirei leso nella mia creatività – sostiene Niko – perché in fondo abbiamo una responsabilità verso chi ci segue. Parlo di milioni di follower, spesso giovani per i quali siamo un esempio“.
Cantanti neomelodici e mafia, dopo due anni Niko Pandetta rompe il silenzio: “Mi scuso per gli errori fatti”
CATANIA – All’indomani della proposta di legge della Commissione parlamentare antimafia che prevede l’aggravante dell’istigazione o dell’apologia della mafia, il cantante neomelodico catanese Niko Pandetta ha rilasciato una dichiarazione all’Ansa esprimendo il suo parere e rompendo il silenzio dopo 2 anni.
La norma, infatti, potrebbe creare qualche problema ai tanti cantanti che come lui esprimono – direttamente o indirettamente – quasi il loro sostengo o consenso alla criminalità.
Ma Niko Pandetta sarebbe realmente cambiato, del passato soltanto un ricordo: “Sono un’altra persona, mi scuso per gli errori fatti, ma vengo da un quartiere e da una famiglia difficile e ho sbagliato“. Si riferisce anche al fatto che, anni fa, ha dedicato una canzone allo zio, Salvatore Cappello detto Turi, boss catanese al 41 bis.
“È il personaggio che piace, ma io non sono così. Ho fatto mille sbagli e ho pagato, ma sono cambiato. Con certe stupidaggini ho chiuso: vorrò sempre bene a mio zio perché mi ha aiutato quando ne avevo bisogno, ma non scrivo più canzoni del genere. Ho cambiato musica, parlo d’amore e penso che Falcone e Borsellino siano state due persone perbene che si sono sacrificate per tutti noi“, spiega all’Ansa.
“Avevo la testa bruciata, avevo la malavita nel cervello. Ho scritto ‘Dedicata a te’, il mio primo pezzo, per ringraziare mio zio Turi. Ho sicuramente fatto una cretinata e me ne scuso“, racconta.
“Se facessero una legge che punisce chi inneggia alla mafia non mi sentirei leso nella mia creatività – sostiene Niko – perché in fondo abbiamo una responsabilità verso chi ci segue. Parlo di milioni di follower, spesso giovani per i quali siamo un esempio“.