CATANIA – I poliziotti del Commissariato Nesima, in collaborazione con i colleghi del Commissariato di Adrano, nelle prime ore della mattinata hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di Giovanna Resizzi Scalora, di 50 anni e Fortunata Sesta, di 29: due donne che avevano dato vita a una serie di furti aggravati e a una rapina in danno di persone anziane e di soggetti deboli.
Le due arrestate appartengono al gruppo nomade dei “Caminanti” e, fingendosi impiegate del Comune, assistenti sociali o semplici conoscenti, carpivano la fiducia delle loro vittime inducendole a farle entrare in casa; a questo punto “scattava” il classico copione da razzia: rimanere sole per svuotare cassetti e portagioie era per le due malviventi una fase essenziale che realizzavano con una scusa qualsiasi che convinceva la vittima ad allontanarsi, magari per prendere un documento o un bicchiere d’acqua, lasciandole libere d’agire.
E la risolutezza con cui reagivano nel momento in cui fossero state scoperte ha portato alle arrestate l’accusa di rapina. Gli investigatori sono arrivati all’identificazione delle due arrestate con una veloce, ma non certo semplice, indagine che ha ricostruito il percorso degli oggetti preziosi trafugati, permettendo di formalizzare uno schiacciante quadro d’accusa che ha convinto l’Autorità giudiziaria a emettere il provvedimento restrittivo che, di fatto, ha stroncato una escalation delittuosa che, altrimenti, avrebbe continuato a mietere vittime.
Resizzi Scalora è stata rinchiusa in carcere, mentre Sesta, che all’inizio dell’inchiesta era in gravidanza, è stata posta agli arresti domiciliari.
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