TREMESTIERI ETNEO – Un muro di contenimento pericolante e pieno di crepe separa un garage e una galleria autostradale nella quale ogni giorno e a ogni ora passano tanti veicoli, sia verso nord che verso sud. Questo è lo scenario raccapricciante all’interno di un grande condominio di via Novaluce 18 in zona Canalicchio, nella parte ricadente nel comune di Tremestieri Etneo, nel Catanese. La parete muraria in questione divide il garage dello stabile dal tunnel della diramazione dell’autostrada A18 Messina-Catania, conosciuta anche come viale Mediterraneo.
Lungo l’arteria, ogni giorno, passa una notevole quantità di mezzi di trasporto, sia verso Catania che in direzione nord, e in caso di crollo del muro le conseguenze sarebbero devastanti. Una situazione di emergenza ancora più allarmante dopo il recente crollo del ponte Morandi a Genova.
Tutto questo potrebbe bastare, ma non è così. Accanto al condominio infatti, sul viadotto che sovrasta la galleria, è presente un traliccio dell’alta tensione, lungo una decina di metri, che acuirebbe ancora di più i danni in caso di evento franoso.
Un residente del palazzo ci ha mostrato lo stato pietoso della parete di contenimento, puntualizzando come al suo interno ci sia un solaio. In seguito ci ha raccontato che quando fu costruita la diramazione autostradale, a fine anni ’70, sotto il palazzo, edificato un po’ di anni prima, fu aggiunto del cemento a causa soprattutto degli scavi per costruire il tunnel. Il traliccio inoltre, sempre secondo quanto raccontato, è distante dal condominio solo una quindicina di metri, cosa che lo porterebbe a sbattere direttamente sui balconi.
L’amministratore condominiale ha interdetto l’area sia alla sosta dei veicoli che al passaggio delle persone e nei mesi scorsi il caso è finito anche in Tribunale. I condomini, attraverso l’avvocato Simona Cormaci, hanno ordinato all’Anas, gestore dell’arteria, di eseguire al più presto i lavori di manutenzione, mai fatti in circa 40 anni. La causa è andata a loro favore.
L’arrivo del personale dell’Anas c’è stato, ma ben oltre i 60 giorni, termine entro il quale sarebbe dovuta arrivare un risposta: “Ieri sono arrivati i tecnici dell’Anas, che hanno detto di aver informato dell’imminente inizio dei lavori i Ctu, i consulenti tecnici nominati dal tribunale. Ma io fino a questo momento non ho ricevuto nulla di formale da parte della società e il fatto che si sta attivando e sta portando avanti l’approvvigionamento dei materiali l’ho appreso da altri. Il termine è scaduto abbondantemente e questo silenzio mi ha infastidito ancora di più dopo la tragedia di Genova. I 60 giorni dati dal giudice sono partiti il 21 giugno, ma l’Anas era consapevole del contenuto di questo provvedimento d’urgenza, eppure non mi ha fatto sapere niente, nemmeno il fatto che secondo il tecnico si devono contattare i Ctu per la vigilanza. Ci è stato detto di fare allarmismo, ma non è così: il muro, però, è lo stesso della galleria e il giudice ha dato ragione a noi”.
L’Anas dal canto suo, attraverso il proprio ufficio stampa, fa sapere che la sicurezza della galleria non è in discussione e che interverrà nel giro di pochi giorni, il tempo di trovare il materiale necessario all’avvio del cantiere.