Calci e pugni al Vittorio Emanuele: i dettagli dell’operazione “Emergency Room”

CATANIA – Sono sette le persone arrestate dalla Polizia di Stato in merito all’operazione “Emergency Room” riguardante i fatti avvenuti nella tarda serata dello scorso 1 gennaio all’ospedale Vittorio Emanuele di Catania quando un medico di servizio al Pronto Soccorso è stato aggredito mentre svolgeva le proprie funzioni.

In particolare la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad ordinanza applicativa di misura cautelare personale degli arresti domiciliari nei confronti di Mauro Cappadonna, 48 anni e già fermato la sera stessa dei fatti, Salvatore Di Maggio, 42 anni, Federico Egitto, 20 anni, Santo Antonino Lorenzo Guzzardi, 25 anni, Giuseppe Tomaselli, 32 anni, Luciano Tudisco, 24 anni ed Angelo Vitale, 20 anni.

Gli imputati sono tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di lesioni aggravate, violazione di domicilio, interruzione di pubblico servizio e minacce a Pubblico Ufficiale.

Dalle prime indagini è emerso che Cappadonna avesse preteso dal medico di conoscere l’identità di una donna che, a seguito di un incidente stradale, aveva fatto ricorso alle cure mediche. Dopo il rifiuto del medico l’uomo si era dapprima allontanato per poi far ritorno insieme agli altri sei soggetti che si sono resi complici dell’aggressione.

Grazie ad una minuziosa ed attenta visione dei filmati dell’impianto di video-sorveglianza del nosocomio, gli agenti sono riusciti ad individuare ed identificare gli imputati, nonostante molti di loro avessero il volto coperto da cappucci, sciarpe e scaldacollo, mentre colpivano con calci e pugni il medico.

Nell’ambito delle stesse indagini sono state indagate anche due guardie giurate dell’azienda che gestisce il servizio di vigilanza e sicurezza all’interno dell’Ospedale Vittorio Emanuele per aver omesso di avvisare tempestivamente le forze dell’ordine di quanto accadesse all’interno del Pronto Soccorso e di non aver applicato tutte le misure necessarie per sedare l’aggressione.