CATANIA – Tutti in quella famiglia avevano le mani in pasta nella gestione e nel riciclaggio di materiali ferrosi per lo più rubati. Così si erano creati un impero economico enorme che gli consentiva di vivere nel lusso. Ma in quella casa di lecito non c’era proprio nulla.
Riciclaggio di metalli, ingenti quantitativi di rame, binari rubati e una lunga trafila di reati di varia natura. Per questi motivi è scattato oggi il maxi sequestro della polizia di Catania che ha messo i sigilli ad un’azienda del valore complessivo di 5 milioni di euro, molto specializzata nella trasformazione dell’oro rosso… il vero business di famiglia.
Sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori sono finiti Alessandro Viglianisi, pluripregiudicato di 44 anni, legato al clan dei “Cursoti”, il padre e i due fratelli.
L’indagine è cominciata nel 2014 con l’arresto in flagranza proprio di Viglianisi per detenzione di sostanze stupefacenti, ricettazione, detenzione abusiva di armi, esplosivi e gas. Insomma quest’uomo, con un trascorso di spessore, non era proprio un perfetto sconosciuto alle forze di polizia.
L’uomo, titolare di un distributore di carburanti era stato trovato in possesso di 2 chili e mezzo di marijuana, due pistole semi automatiche, un pugnale, un fucile calibro 16 e la somma di 25 mila euro in contanti suddivisa in mazzette.
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Il quarantenne era anche titolare di un’autonoleggio ed era socio al 50% della Ecometalli, azienda leader nella trasformazione di rottami metallici e della gestione del traffico illecito dei materiali ferrosi.
Sotto inchiesta è finita pure la società gestita dal fratello (che opera nello stesso settore) all’interno della quale sono state trovate e sequestrate circa 40 tonnellate di rame e di diversi binari ferroviari rubati.
L’illegalità era il marchio di famiglia: il padre Rosario e i fratelli Giuseppe e Benedetto, infatti, avevano dato vita da anni ad una attività imprenditoriale nel settore della trasformazione di materiali metallici. Dei veri specialisti…
Nel corso delle indagini è emerso che le attività si basavano sulla commissione di una serie di reati come la ricettazione e il riciclaggio di materiali ferrosi di provenienza illecita.
Un duro colpo al business dell’oro rosso che si aggiunge all’operazione che, pochi giorni fa, ha fatto scattare le manette ad una banda di 4 persone, due uomini di Adrano e due sorelle di Catania, responsabili del furto di 80 chili di fili elettrici, e ad altre 6 operazioni nelle quali sono state sottratte alle organizzazioni criminali oltre 40 milioni di euro.
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