Braccianti sfruttati nei campi senza riposo, un arresto a Palagonia

Braccianti sfruttati nei campi senza riposo, un arresto a Palagonia

PALAGONIA – I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno arrestato, a Palagonia (Catania), un cittadino di origine marocchina con l’accusa di caporalato.

L’uomo è stato fermato in flagranza di reato dai finanzieri della compagnia di Paternò, nell’ambito di un’operazione mirata al contrasto dello sfruttamento lavorativo in ambito agricolo.

Le indagini: trasporto illecito e condizioni di sfruttamento

Le Fiamme Gialle hanno individuato l’uomo mentre trasportava, a bordo di un furgone sequestrato, alcuni lavoratori stranieri verso un’area agricola per la raccolta degli agrumi.

Dopo aver seguito il veicolo fino a Palagonia, i militari hanno identificato tre braccianti extracomunitari intenti a lavorare senza regolare contratto.

Condizioni di sfruttamento e degrado abitativo

Le prime verifiche hanno evidenziato una situazione di sfruttamento, con salari inferiori agli standard previsti dai contratti collettivi nazionali, assenza di dispositivi di sicurezza, mancata visita medica obbligatoria e negazione del riposo settimanale.

Inoltre, l’arrestato subaffittava agli stessi braccianti un immobile in condizioni igienico-sanitarie precarie, traendo ulteriore profitto dalla loro condizione di vulnerabilità.

Il dramma sociale dei lavoratori sfruttati

Dalle dichiarazioni raccolte è emerso che i lavoratori si trovavano in una condizione di grave bisogno economico, obbligati a inviare gran parte del loro magro salario alle famiglie nei Paesi d’origine.

La scarsa conoscenza della lingua italiana li rendeva ulteriormente vulnerabili agli abusi.

L’impegno della Guardia di Finanza contro il caporalato

La Guardia di Finanza continua la sua azione contro l’economia sommersa, contrastando il lavoro nero e l’intermediazione illecita, piaga che danneggia lavoratori e aziende oneste, sottraendo risorse all’erario e alimentando concorrenza sleale.

Il commento del segretario generale della Uila Sicilia

“Siamo grati a forze dell’ordine e magistratura perché tengono sempre alta l’attenzione sul cancro del caporalato in agricoltura. L’operazione della Guardia di Finanza, che ha eseguito un arresto a Palagonia, rappresenta un segnale importante ma confidiamo adesso negli investigatori perché si scoprano i mandanti del caporale, ovvero chi lucra sullo sfruttamento dei braccianti”.

Lo afferma il segretario generale della Uila Sicilia, Nino Marino.

“Stando alla ricostruzione dei militari – aggiunge Marino – i braccianti, tutti extracomunitari, erano costretti a lavorare senza alcuna tutela e a vivere in condizioni bestiali, sfruttando il loro stato di estremo bisogno. Ribadiamo il nostro grazie a magistratura e forze dell’ordine che, però, non possono essere lasciate sole in questa battaglia della vita. C’è bisogno che alle nostre mobilitazioni e alle nostre denunce si uniscano gli imprenditori onesti, vittime di concorrenza sleale, e i consumatori, rifiutando i prodotti delle aziende-pirata. Perché buono è legale!”.