CATANIA – I finanzieri del comando provinciale di Catania, su richiesta della procura della repubblica di Catania, hanno arrestato 7 soggetti per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e rapina aggravata.
L’attività ha consentito di definire i nuovi assetti della famiglia mafiosa dei Mazzei (cosiddetti “Carcagnusi”), individuando i reggenti del clan che ne hanno mantenuto le redini durante il periodo di latitanza del “capo” Sebastiano (detto “Nuccio”) e di altri affiliati.
In manette sono finiti Gioacchino Intravaia, Carmelo Occhione, Sergio Gandolfo, Cristian Marletta, Michele Isaia, Giuseppe Caruso e Nunzio Tenerelli, cugino di Nuccio Mazzei, al quale è stato contestato il reato di rapina aggravata per aver assaltato un treno alla stazione di Acireale, armi in pugno, il 30 Giugno del 2014.
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L’attività investigativa è stata avviata immediatamente dopo l’operazione “scarface” per individuare la rete di protezione di Sebastiano Mazzei e verificare i nuovi assetti di potere nell’ambito del gruppo mafioso.
Sono stati dunque delineati i rapporti di gerarchia fra i diversi appartenenti al clan, tutti posti in subordinazione rispetto al capo Nuccio Mazzei, il quale era riuscito a mantenere il controllo delle attività illegali, nonostante la latitanza, per mezzo del cognato Gioacchino Intravaia, già tesoriere della famiglia.
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Dalle ricostruzioni sono emerse altre due figure di spicco, ovvero quelle di Carmelo Occhione e Sergio Gandolfo. Il primo è divenuto il responsabile delle attività operative della famiglia (tra le quali estorsioni e rapine), mentre il secondo ha assunto il ruolo di rappresentante della famiglia interfacciandosi con i referenti degli altri gruppi mafiosi del territorio etneo.
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Un’ulteriore figura di riferimento individuata è quella di Cristian Marletta il quale, in virtù della diretta discendenza di sangue dal nonno Santi Mazzei, si è arrogato diritti da capo clan, svolgendo direttamente azioni punitive e prendendo parte attiva nella gestione di alcune attività commerciali attribuibili a Nuccio Mazzei.
Sono stati inoltre ricostruiti i nuovi investimenti operati dalla cosca, in particolare quelli nella gestione, per il tramite di prestanomi e di due imprese, della nota discoteca catanese del “69 lune fashion club”.
Il Gip del tribunale di Catania ha disposto il sequestro delle quote della società “Meta Harmony S.r.l.” e della ditta individuale “69 lune”, per il tramite delle quali la famiglia Mazzei gestiva la discoteca.