Bimba muore dopo 4 mesi di coma, indagati 17 medici per omicidio colposo

CATANIA – Lo scorso 26 febbraio una giovane coppia di genitori aveva portato all’ospedale Garibaldi di Nesima la propria figlia Cloe, all’epoca di soli 6 mesi, che come sintomi manifestava vomito e crisi di pianto.

La diagnosi è di invaginazione, una grave condizione patologica che colpisce alcuni tratti dell’apparato digerente e si verifica con la penetrazione di un segmento intestinale in quello immediatamente successivo. Secondo la ricostruzione del legale della famiglia della bimba, l’avvocato Giuseppe Incardona, i medici avrebbero aspettato troppo tempo prima di intervenire chirurgicamente sottovalutando la pericolosità della situazione. La bambina – secondo le parole dell’avvocato – è stata comunque trattata con farmaci almeno fino al 7 marzo. Poi, non risolvendo i sintomi, è stato programmato l’intervento chirurgico.

Quest’ultimo viene però spostato a causa dell’arrivo di un’altra emergenza. I medici sarebbero stati comunque tranquillizzati dal quadro clinico della bimba che in quel momento era nella norma. La situazione, tuttavia, è precipitata la stessa notte quando, nel giro di poche ore, la piccola ha presentato difficoltà respiratorie; ciò ha spinto i medici a intervenire d’urgenza: poi, le cose sono andate sempre peggio con il verificarsi di un arresto cardiorespiratorio, l’operazione al colon e la scoperta del diverticolo di Meckel – un’altra anomalia congenita che è presente in solo l’1-2% di persone – e, infine, il trasferimento all’ospedale di Taormina.

Da quella notte, però, Cloe non si è più risvegliata ed è rimasta in coma per quattro mesi. I genitori hanno sporto denuncia nei confronti dei medici e, in seguito al 17 luglio, l’ipotesi di reato per loro passa da lesioni a omicidio colposo. Per chiarire tutti gli aspetti di questa storia, la bambina non è stata ancora tumulata proprio per permettere l’autopsia.