Bimba “miracolo di Sant’Agata” al Garibaldi. Ettore: “Era destinata a morire nell’utero”

Bimba “miracolo di Sant’Agata” al Garibaldi. Ettore: “Era destinata a morire nell’utero”

CATANIA – Ha impiegato solo cinque minuti per dare alla luce una bimba che portava in grembo da ben otto mesi, ma senza sapere di essere incinta.

Parliamo della storia “miracolosa” o, forse, per meglio dire assurda, avvenuta venerdì scorso, il 16 febbraio, la cui protagonista è Bernarda Di Giugno, la signora che ha messo al mondo la piccola Agata “all’improvviso”.

Il parto, infatti, è stato realizzato in pochissimo tempo, precisamente al pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi. Bernarda, accompagnata dalla sorella Filippa, è arrivata al triage completamente sporca di sangue a causa dell’emorragia che l’aveva colpita e che, inizialmente, la protagonista della storia aveva attribuito ad un “insolito mal di pancia”.

Poi alla sorpresa più bella della vita di Bernarda e del marito Giuseppe Mazzeo, è stato dato un nome: Agata, proprio come la santa patrona del capoluogo etneo, a cui l’intera famiglia si era appellata per ottenere un vero e proprio miracolo, dato che la coppia, per quasi due anni, aveva avuto difficoltà nel realizzare la gravidanza.

C’è da dire che otto mesi sono tanti e che di calci da parte della piccola dovranno esserci stati dentro alla pancia di Bernarda, dove, all’insaputa di tutta la famiglia, si stava formando una vita. Ecco perché abbiamo intervistato il professore Giuseppe Ettore, direttore del dipartimento Materno-Infantile ARNAS Garibaldi, dove è stata ricoverata Bernarda, che ha provato a fornirci una spiegazione esaustiva di quanto è accaduto al pronto soccorso dell’ospedale.

“La signora è arrivata al pronto soccorso alle 9,50 di venerdì scorso, alle 9,55 aveva già partorito la piccola Agata – spiega il professore Ettore -. Il medico di turno le ha chiesto dell’ultima mestruazione e la signora Bernarda ha risposto di averla avuta solo due mesi prima, ma quando il dottore l’ha fatta sdraiare sul lettino, si è accorto che la testa della piccola stava già quasi per venire fuori”.

Il punto è che la piccola, per le condizioni in cui è cresciuta nel grembo della madre, avrebbe potuto riportare delle conseguenze sulla propria salute nettamente gravi e, tutto sommato, se l’è cavata con un lieve deficit di crescita, relativo al peso e nient’altro.

“Per come la madre ha portato avanti la propria gravidanza, la piccola Agata era destinata a morire dentro all’utero – ha tuonato il professore Ettore -. Mi sento di dire che forse è vero che è stata proprio Sant’Agata ad aiutare questa famiglia – ha aggiunto -. È assurdo che al giorno d’oggi la signora Bernarda non si sia sottoposta ad alcun esame, non curante anche dei cambiamenti corporali che una gravidanza comporta, come per esempio l’evidente ingrossamento del seno. In quarant’anni di carriera, mi è capitato solo un altro caso simile: una ragazza diciottenne venne accompagnata dalla madre. La signora credeva che la figlia avesse un grosso tumore in pancia, quando svelai alla futura nonna dell’esistenza di un nipote in arrivo, prima la signora diede uno schiaffo alla giovane figlia, poi gioì – ha concluso -. Quanto è accaduto comunque, è l’emblema di come in gravidanza lo stress determinato dall’eccessiva precisione, sia peggio della disinvoltura“.

 

Una storia in cui la scienza si lega a doppio filo con la religione, da cui, a volte, sembra quasi necessario farsi accogliere e cullare.