Bertuccia confiscata in un’abitazione di Catania: Pepa è stata trasferita in Toscana per vivere in semilibertà

CATANIA – Lo scorso 28 aprile a Catania, nel corso di un’operazione congiunta, i carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale, aiutati dal Nucleo carabinieri CITES, hanno accertato che in  un’abitazione nel popolare quartiere Zia Lisa, era detenuta illegalmente una scimmia della specie “Macaca Silvanus” insieme a 2 tartarughe “Testudo Hermanni”.

Questi animali sono specie protette a rischio di estinzione e tutelati dalla Convenzione Internazionale CITES. Inoltre, la bertuccia è considerata specie pericolosa per l’uomo, sia per il rischio di lesioni dovute a comportamenti aggressivi (è infatti dotata di canini di grandi dimensioni), sia per la possibile trasmissione di zoonosi, ovvero di malattie infettive che possono passare dagli animali all’uomo.

Per tali ragioni vige il divieto assoluto della loro detenzione da parte di privati, pena l’accusa di traffico internazionale di specie protette, con sanzioni previste tra i 20mila e i 150mila euro.

Al momento del sequestro, la piccola Pepa, trasportata per gli accertamenti e le prime cure all’ospedale veterinario dell’Università di Messina, era apparsa molto più giovane della presunta età che le è poi stata attribuita, intorno ai 4 o 5 anni. Ciò probabilmente a causa di un difetto di sviluppo dovuto a malnutrizione. Cresciuta e allevata come una bambina, la bertuccia passava il suo tempo in casa indossando un pannolino e trattata come un “piccolo umano”, a dispetto delle reali necessità della sua specie.

La LAV (Lega Antivivisezione), immediatamente contattata dai carabinieri, e nonostante le difficoltà dovute alle limitazioni agli spostamenti (l’operazione si è svolta durante la Fase 1 dell’emergenza Covid) è tempestivamente intervenuta, raggiungendo Messina a bordo della propria ambulanza veterinaria con un’unità di emergenza, per la presa in carico e il trasferimento dell’animale al Centro di Recupero per fauna Selvatica ed Esotica (CRASE) di Semproniano in Toscana.

Al termine di un periodo di vigilanza sanitaria e di controlli medico veterinari, Pepa inizierà il percorso per essere inserita in una “famiglia” di primati suoi simili, uno degli obiettivi primari del progetto Born To Be Wild. Così come Rocket, Lucy, Buddy e Calogero prima di lei, anche Pepa potrà vivere in semilibertà (la migliore condizione possibile, data l’impossibilità di reintrodurre questi animali in natura), godere di ampi spazi e iniziare la socializzazione, finalmente, con i suoi simili.

La LAV ringrazia i carabinieri del Nucleo CITES di Catania e le istituzioni che hanno reso possibile questa nuova operazione di salvataggio di una bertuccia confiscata. L’Associazione ringrazia inoltre l’Università degli Studi di Messina per il supporto fornito.

Pepa è la quinta bertuccia salvata da LAV grazie al progetto internazionale Born To Be Wild, in collaborazione con Animal Advocacy and Protection (AAP),nato per preservare gli habitat di questi animali nei Paesi d’origine e contrastarne i traffici verso l’Europa (scheda di approfondimento allegata).

Vogliamo raccontare la storia di Pepa, sequestrata dal traffico internazionale ad opera delle forze di polizia e messa in salvo da noi di LAV – dichiara Roberto Bennati, Direttore Generale LAV – anche per fare luce sul più vasto fenomeno del commercio e del traffico internazionale di animali esotici, sul quale siamo recentemente intervenuti con una petizione al Ministro dell’Ambiente Costa (change.org/nontrafficoanimalI) chiedendo, tra le altre cose, di vietare la riproduzione, la vendita e il commercio intracomunitario e di esportazione degli animali esotici nati in cattività e delle loro parti”.

È necessario agire presto ed efficacemente in questa direzione, per il bene degli animali e anche della salute umana, messa a serio rischio dal contatto con gli animali selvatici ed esotici”, spiega  Andrea Casini, Responsabile LAV Animali Esotici.