Azienda in vendita: la rabbia dei licenziati Myrmex

CATANIA – Al grido di “Vergogna, vergogna! La Myrmex è nostra”, stamattina i lavoratori licenziati dalla Myrmex, che da ieri presidiano i cancelli dello stabilimento alla Zona industriale, hanno accompagnato l’ingresso e l’uscita in azienda di alcuni rappresentanti del Consiglio Nazionale delle Ricerche che, insieme a dirigenti dell’azienda, hanno visitato i locali su invito della proprietà per un’eventuale compravendita. È di queste ore, infatti, la notizia che l’intero centro di ricerca sia stato messo in vendita sul sito di un’agenzia immobiliare al prezzo di 9 milioni di euro.

Un colpo di scena che ha lasciato di stucco i lavoratori che adesso vedono contrapposta la loro proposta, in campo da mesi, che prevede la vendita dell’azienda allo stesso Ente o ad un’altra realtà da esso designato al prezzo di un euro (previa attivazione di delibera regolarmente approvata dalla Regione nel 2011). Dall’altra parte, invece, ci sarebbe una vendita “a caro prezzo”, che avverrebbe proprio ora che la Myrmex si ritrova svuotata dai ricercatori.

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“Il clima di tensione è in aumento; ogni giorno che passa è uno schiaffo alla volontà di salvare posti di lavoro e laboratorio. La Myrmex ora è in vendita ad un prezzo ben preciso; scelta che non ci è stata comunicata da chi ha messo in atto l’operazione di offerta, ma che tutti possono verificare con un semplice clic su Internet. Questo deve far riflettere sulle reali intenzioni che spingono la proprietà a fare alcune scelte anziché altre – spiegano il segretario generale della Camera del lavoro, Giacomo Rota, la segretaria confederale della Cgil Margherita Patti, il segretario generale della Filctem Cgil Catania Peppe D’Aquila -. A tal proposito, ci sembra che la visita di oggi dei rappresentanti del CNR, a licenziamenti definitivamente avvenuti, sia un fatto particolarmente degno di nota. Sarebbe questo il ‘progetto segreto’ di cui Calvi ha riferito alla stampa locale in queste ore? Se così fosse, sarebbe la prova che quanto denunciato da mesi da sindacato e lavoratori corrisponde a verità: sulla Myrmex ci sarebbe, sino alla fine, una speculazione finanziaria e non certo un’operazione di rilancio imprenditoriale. Ricordiamo inoltre all’amministratore delegato, che la Regione Sicilia non ‘promette’ finanziamenti, anche perché la delibera regionale si appoggia ad uno strumento, ossia il ‘contratto di sviluppo settoriale’. In parole povere, solo dietro un progetto con particolari caratteristiche di ricerca sarebbe stato possibile ottenere milioni di finanziamento. Caratteristiche che, evidentemente, non sussistevano nel progetto della società. Ci turba, infine, che da parte di Calvi vengano adottati toni partecipativi al futuro dei lavoratori e dell’impresa stessa. Se ci fosse stata una reale volontà di sfruttare al massimo l’apporto dei ricercatori a tempo debito, non sarebbero mancati né occasioni, né progetti. Invece il tempo è trascorso invano. E a investire energie, ore ed ore di confronti con le istituzioni, assessori regionali compresi, ansie e viaggi a Roma, ci sono stati i lavoratori e le sigle sindacali che li hanno affiancati. Questo lo dice la storia della vertenza, che è senza segreti”.