CATANIA – Una “celebrazione dopo 10 anni di attesa” organizzata in tempi di Covid dall’amministrazione comunale di Catania, secondo dichiarazioni rese dalla stessa amministrazione. Ieri, 11 gennaio, all’ex palazzo di cemento di Librino, a Catania, sarebbero dovuti essere consegnati gli alloggi popolari agli inquilini assegnatari. Un’attesa durata anni, con circa 100 famiglie che aspettavano il grande giorno per poter vivere finalmente nella loro casa (che gli spetta secondo graduatoria), ma che, secondo quanto detto da Comitato di Solidarietà Popolare Graziella Giuffrida, grande giorno non è stato.
“La mattina tutte le famiglie sono state convocate sotto il palazzo, ma per cosa? L’ennesima presa in giro – fanno sapere dal Comitato -. Sindaco e assessori sono venuti seguiti da uno stuolo di giornalisti e sono subito entrati nel palazzo, per ‘evitare la brutta figura al sindaco‘, visto che nel frattempo, di sotto, si è creato un assembramento. È infatti proprio per colpa di chi ha fatto questa convocazione che si è messa a rischio la salute di tutti gli assegnatari“.
Insomma, secondo quanto dichiarato dal suddetto Comitato, la “celebrazione” sarebbe partita male. Sin dal principio si sarebbero creati assembramenti, con conseguenti pericoli per la salute dei presenti (ricordiamo che siamo in pieno periodo Covid). Ma almeno – si potrebbe pensare – i riuniti erano lì per una giusta causa, sono stati convocati e si sono presentati per avere la loro casa. Il Comitato, però, non la pensa così e continua: “Dopo ore di attesa, appena vanno via i giornalisti e le personalità politiche, la DIGOS annuncia al posto dei funzionari che le assegnazioni per più della metà delle famiglie saranno fatte nei prossimi giorni. Solo la determinazione delle persone ha permesso che venissero concluse le assegnazioni per almeno un plesso dell’edificio. Nonostante ciò, questa mattina è stata l’ennesima presa in giro di istituzioni capaci solo di farsi pubblicità: ad aspettare oggi, dopo anni di attese senza fine, c’erano persone che hanno perso una giornata di lavoro e messo a repentaglio la loro salute, che sono state trattate di nuovo come l’ultima ruota del carro perché l’amministrazione non è in grado di prendersi le proprie responsabilità. Per il momento sono state consegnate le chiavi, ma è stato detto agli inquilini che bisogna ancora aspettare; ma non bastano le chiavi, le case devono essere date subito“.
La risposta dell’amministrazione comunale catanese non si è fatta attendere ed è arrivata direttamente ai nostri microfoni: “È una situazione normale, si possono dare 96 appartamenti tutti in un giorno? Giorno 8 gennaio abbiamo fatto un comunicato, nel quale c’è scritto che trattandosi di 96 appartamenti e, dunque, 96 firme di contratto, 96 verifiche, 96 consegne di chiavi, ci sarebbero voluti dei giorni, addirittura una decina. È lo stesso principio della vaccinazione, possiamo vaccinare tutti contemporaneamente?“.
Dove sta, dunque, il problema? Secondo l’accusa lanciata dal Comitato di Solidarietà Popolare Graziella Giuffrida, l’inghippo è proprio il fatto che sarebbero state convocate tutte le famiglie per l’11, si sarebbe creato assembramento e solo meno della metà avrebbero ricevuto i loro alloggi. La risposta dell’amministrazione catanese, in tal senso, è abbastanza creativa: “Fra oggi e domani verranno assegnate le case. Abbiamo annunciato l’8 gennaio che la procedura di consegna degli immobili si protrarrà per una decina di giorni”. Quindi, un errore delle persone che si sono presentate, verrebbe da pensare. Anche qui l’amministrazione smentisce: “Le famiglie sono state convocate come a dire che è un momento di festa, di celebrazione. È chiaro che piano piano ognuno ci va, arriverà il momento, e il momento, a quanto ci dicono, è tra oggi e domani. A ogni consegna, dato il numero alto di assegnatari, se ne vanno circa 15\20 minuti e non basta un solo giorno. Doveva essere una cosa bella, dopo 10 anni, ma c’è la brutta abitudine di lamentarsi“.
Questo quanto dichiarato dall’amministrazione, della quale non si mette in dubbio l’impegno. Forse – ed è giusto ripeterlo -, forse il “momento di festa e celebrazione” è stato frainteso dalla famiglie presenti ieri. Forse – e si deve ribadire ancora -, forse, però, le feste e le celebrazioni sarebbe meglio rinviarle a un periodo diverso da quello attuale.
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