CATANIA – Carmelo Piacente, pluripregiudicato e latitante catanese, è stato arrestato lo scorso sabato dagli agenti della polizia di Stato.
L’uomo, indiziato per il reato di porto e detenzione illegale di armi e successiva ricettazione delle stesse, era stato raggiunto da un decreto di fermo della DDA già lo scorso giugno. A tradire il pluripregiudicato, membro del clan dei “Ceusi”, sarebbe stato il caso e l’amore per il mare: Carmelo Piacente infatti, benché camuffatosi sotto degli occhiali da sole ed un berretto, stazionava lo scorso sabato nei pressi del lungomare di Aci Trezza. Qui un agente in borghese della squadra mobile di Catania, benché non in servizio, ha avvertito i colleghi di aver avvistato un uomo somigliante a Carmelo Piacente. Subito dopo la segnalazione, i Condor si sono portati in prossimità del luogo di avvistamento. Intanto, forse fiutando il pericolo, il pregiudicato catanese tentava di fuggire dal lungomare di Aci Trezza.
L’uomo era già stato segnalato alle autorità nel gennaio del 2009: in quella occasione Carmelo Piacente (fratello dell’ergastolano Giovanni) aveva dovuto consentire agli agenti di perquisire casa. Gli uomini della squadra mobile rinvennero in una modesta abitazione del rione Picanello fucili mitragliatori, armi munite di silenziatori, munizionamento, 2 fucili mitragliatori Kalashnikov AK47, un fucile mitragliatore Uzi, una pistola mitragliatrice Skorpion, tre pistole di vario calibro corredate da silenziatori di fattura artigianale e diversi caricatori nonché oltre 500 munizioni di vari calibro. Successivamente, a seguito della perlustrazione di un garage attiguo all’abitazione, gli agenti rinvennero anche numerose copie di armi ed attrezzature atte alla modifica delle stesse.
All’indomani della perquisizione a cui non seguì un arresto, Carmelo Piacente tentò di far perdere le tracce di sé: si rifugiò infatti nel messinese. Gli agenti però, trascorsa appena una settimana, rintracciarono ed arrestarono il latitante: era il 16 gennaio del 2009. La storia adesso sembra essersi ripetuta; stavolta però il pluripregiudicato catanese è stato tradotto nel carcere di Piazza Lanza.