Arrestato 45enne “pericoloso” nel Catanese, Cassazione rigetta il suo ricorso: dovrà scontare 12 anni di reclusione

Arrestato 45enne “pericoloso” nel Catanese, Cassazione rigetta il suo ricorso: dovrà scontare 12 anni di reclusione

ADRANO – La Polizia di Stato ha arrestato il 45enne adranita B. A. in esecuzione di ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale della Repubblica di Catania.

Gli agenti del commissariato di Pubblica Sicurezza di Adrano, diretto dal Vice Questore Paolo Leone, hanno eseguito il predetto ordine di carcerazione a carico di B. A., il quale dovrà scontare 12 anni di reclusione per i delitti di associazione di tipo mafioso, con l’aggravante delle armi, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, nonché per produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti, sempre con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa.

B. A. aveva presentato appello nei confronti della sentenza emanata nei suoi confronti il 21 luglio dello scorso anno dalla Corte di Appello di Catania.

Poiché la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il suddetto ricorso, la sentenza emanata dalla predetta Corte è divenuta definitiva lo scorso 7 luglio.

Nei confronti del condannato sono state applicate anche le pene accessorie dell’interdizione legale per tutta la durata della pena principale, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici nonché la sospensione della potestà genitoriale per tutta la durata della pena principale.

Al termine dei 12 anni B. A., essendo stato ritenuto persona socialmente pericolosa, sarà sottoposto, altresì, alla misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata di tre anni.

L’uomo era imputato nell’ambito del processo scaturito dall’operazione antimafia “Illegal duty”, che ha visto alla sbarra 39 soggetti ritenuti a vario titolo appartenenti alla cosca mafiosa “Scalisi” di Adrano, ritenuta articolazione territoriale del clan Laudani di Catania, e nei confronti dei quali il G.I.P. di Catania aveva irrogato delle pene pari complessivamente a oltre 350 anni di carcere.

Ultimate le formalità di rito e le operazioni di fotosegnalamento, l’arrestato è stato condotto nel carcere “Pagliarelli” di Palermo, dove rimarrà a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Immagine di repertorio