CATANIA – I carabinieri di Catania si sono resi protagonisti dell’operazione “Malerba“, che ha consentito di disarticolare i vari gruppi criminali che gestivano numerose piazze di spaccio di droga nel popoloso di San Giovanni Galermo, hanno arrestato il 24enne Antonino Pulvirenti insieme Vito Vitale, di 2 anni più piccolo.
I due saranno chiamati a rispondere del reato di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope in concorso con gli altri indagati.
I due erano risultati “assenti all’appello” durante il blitz della scorsa mattinata, quando oltre duecento militari del comando provinciale carabinieri di Catania hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania, nei confronti di 41 soggetti indagati con differenti profili di responsabilità, a vario titolo, per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti aggravata dal “metodo mafioso” e dalla finalità di agevolare l’attività delle associazioni mafiose, ma anche per acquisto e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Tuttavia la fitta rete di ricerche predisposta dalle forze dell’ordine, supportata da una mirata attività investigativa, ha fatto terra bruciata attorno ai due soggetti, consentendo ai militari dell’Arma, in tempi brevissimi, di localizzarli all’estero.
È stato quindi possibile scoprire come al momento delle catture, Antonino Pulvirenti si trovasse in Germania da alcune settimane, in cerca di un’occupazione, mentre Vitale si era concesso una vacanza in un resort di Sharm El Sheik.
Chiaramente la trasferta all’estero non è riuscita a garantire ai due giovani la possibilità di sfuggire alle maglie delle ricerche dei carabinieri, ed infatti il 24enne sentendosi braccato si è presentato in caserma mentre il più piccolo è stato accolto dai militari direttamente sulla pista di atterraggio dello scalo catanese di Fontanarossa, mentre scendeva da un volo proveniente dall’Egitto.
I due indagati non hanno opposto resistenza all’arresto, sono stati posti a disposizione dell’Autorità giudiziaria e condotti nel carcere di Bicocca, adesso dovranno rispondere dei vari reati precedentemente illustrati.
È stato accertato come “Cosa Nostra” catanese, nonostante le continue operazioni di polizia sul territorio, sfruttando la peculiare morfologia dell’area, caratterizzata da complessi edilizi “chiusi” non facilmente permeabili dalle forze di polizia, come la nota via Capo Passero, continua a controllare il territorio e ad imporre ai singoli sodalizi criminali regole, prezzo e quantitativo della droga da smerciare, creando un vero e proprio sistema di controllo del mercato.
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