Arance di Sicilia, non solo la legge: necessario un cambio di mentalità

Arance di Sicilia, non solo la legge: necessario un cambio di mentalità

CATANIA – Parlando di numeri, il 2015 non è stato poi così negativo come sembra: le arance prodotte hanno raggiunto i 12 milioni di quintali e, se non fosse stato per il maltempo e per la cenere vulcanica, sarebbero potuti essere anche di più.

Questi sono i numeri della Coldiretti relativi allo scorso anno ma, negli ultimi tempi, la concorrenza ha dato un duro colpo alla produzione di arance siciliane. E, probabilmente, la sua influenza continuerà a farsi sentire. Le ultime leggi europee, infatti, hanno aperto il mercato agli agrumi provenienti da altri paesi, particolarmente da quelli del Nord Africa, come il Marocco o l’Egitto. Da quest’ultimo, per esempio, nel 2013 sono arrivati quasi 8 milioni di chili di arance. 

In queste nazioni, il lavoro è sottopagato e anche i costi generali di produzione sono inferiori. Si può tener conto che le arance marocchine costano circa 19 centesimi al chilo in Marocco, 30 al mercato ortofrutticolo di Vittoria e 69 in media in Italia. Il che significa che la concorrenza rischia seriamente di mettere in ginocchio le aziende siciliane, almeno quelle rimaste, visto che in molte (circa il 50% dal 2000 al 2012) sono già state costrette a chiudere. Anche per questo, in più di un’occasione, è stato richiesto al ministero di intervenire.

Eppure, la crisi si può combattere. Non tanto abbassando i prezzi, cosa improponibile per certi punti di vista, quanto puntando sempre più sulla qualità e l’affidabilità del prodotto siciliano. 

Certamente scappare non è la soluzione migliore, ma perché rimanere confinati sul territorio siciliano? I prodotti nostrani sono molto apprezzati al di fuori dei confini dell’Isola e dell’Italia stessa. E, oggi, i nuovi strumenti tecnologici posso aiutare nella vendita oltre confine, specialmente se all’ingrosso.

Un esempio è dato da un’azienda agricola di Grammichele, che ha mantenuto costante la sua vendita di arance. A spiegarlo è uno dei titolari, Giuseppe Purpora: “Noi puntiamo molto sulla commercializzazione on-line e devo dire che abbiamo ottenuto grandi risultati. In 10 anni di attività abbiamo visto crescere sempre più le nostre vendite, specialmente da Napoli in su. Ma non solo, abbiamo alcuni acquirenti anche in altre parti d’Europa, come in Inghilterra”.

Un sistema di vendita, quindi, integrativo a quello più convenzionale dei mercati generali o agli ortofrutticoli. Anche se questi ultimi, insieme alle famiglie, rappresentano una parte di clientela molto importante: “Vendendo all’ingrosso, noi non trascuriamo nessuno – continua Giuseppe -. Ci sono gruppi consistenti di famiglie che, tutte insieme, fanno un unico grande acquisto. Per loro significa risparmio, per noi guadagno”.

Il mercato è cambiato, ma i prodotti siciliani sono ancora tra i migliori in assoluto. La crisi sicuramente influisce sulle difficoltà dei produttori, ma un cambio di mentalità potrebbe aiutare il made in Sicily.