Raccogliere funghi può essere fatale: confonderli è estremamente facile

Raccogliere funghi può essere fatale: confonderli è estremamente facile

CATANIA – Camminare tra i boschi, stare a contatto con la natura può essere piacevole, ma se il tuo obiettivo è quello di raccogliere funghi, allora non è più un semplice passatempo.

Sono tanti coloro che si avventurano in questa attività, perché i funghi appena raccolti non hanno lo stesso gusto di quelli che potresti trovare al supermercato. Ma in realtà è un mondo che merita di essere approfondito, come ci spiega Natalina Privitera, micologa del gruppo AMB di Catania.

Innanzitutto, bisogna possedere un tesserino, che viene rilasciato dopo un corso di una settimana della durata di 15 ore presso un’associazione micologica della propria città. Poi bisogna avere con sé un bastone, indossare pantaloni lunghi e stivali per proteggersi da eventuali animali striscianti, come le vipere, e dalle piante spinose, e infine, importantissimo il cestino in vimini per far sì che le spore dei funghi raccolti possano cadere e avviare il processo di riproduzione. Infatti, per i trasgressori sono previste delle multe da parte della guardia forestale. Inoltre, è opportuno portare un gps o ancora meglio uscire in compagnia di chi conosce bene la zona, perché gli alberi dei boschi sono tutti uguali e, dunque, perdersi è facile.

Ma se questi sono i rischi legali, più importanti risultano i rischi legati alla salute. È necessario dividere i funghi in due categorie: tossici e velenosi. La stragrande maggioranza sono tossici, ovvero recano dei disturbi reversibili all’organismo umano che si possono risolvere in un paio d’ore o al massimo qualche giorno. Nella maggior parte dei casi provocano la gastroenterite, ma a volte attaccano anche il sistema nervoso e addirittura possono causare allergie.

“Se molti di questi funghi non risultano mangiabili – dichiara Natalina Privitera – per i disturbi che ne conseguono all’ingestione o perché in natura sono duri, amari o presentano un cattivo odore, altri, se bolliti, possono essere mangiati, perché vi sono delle tossine che evaporano, rendendoli così commestibili”.

Discorso diverso per quanto riguarda quelli velenosi che, invece, creano sintomatologie gravi che quasi sempre conducono alla morte. “I miceti mortali sono davvero pochi e frequentando il corso è facile impararli – asserisce l’esperta -. Per fortuna non sono fatali al tatto, in quanto non è stato dimostrato scientificamente il passaggio del veleno dal fungo alla mano. Dunque, se per pure caso, si tocca un micete velenoso e subito dopo ci si mette la mano in bocca, non si rischia niente, poiché sono letali solo dopo averli ingeriti. Però nell’individuo scatta un senso di autosuggestione che comunque lo porta ad avere dei malori”.

Gli esperti, infatti, consigliano vivamente di non raccogliere le specie che non si conoscono, ma soprattutto se si hanno dei dubbi portarli alle usl di zona o alle associazioni micologiche.

“Non è un hobby qualsiasi cercare funghi – dice la micologa -. Purtroppo ci sono ancora troppe persone che si avventurano senza la giusta conoscenza e consapevolezza di quello che stanno facendo, pensando che, dopo aver letto qualche libro, siano già degli esperti. Invece, sono solo dei presuntuosi che rischiano di mettere in pericolo sia la loro vita che quella dei loro familiari. Personalmente mi è capitato di incontrare nei boschi persone che avevano colto funghi velenosi senza rendersene conto, scambiandoli per altri tipi. Se non fossimo intervenuti, magari li avrebbero pure mangiati”.

Inoltre, non bisogna sottovalutare il danno ambientale che ne consegue allo schiacciamento dei funghi. Certa gente dopo aver raccolto ciò che era di suo gradimento, calpesta tutti quelli che reputa non idonei, provocando un grosso impatto all’ambiente, poiché ogni micete, anche quello velenoso, assolve una funziona ecologica ben precisa, che in questo modo verrebbe meno.

Quest’anno, però, sia la stagione primaverile sia quella estiva, ma anche quella attuale sono state molto scarse a causa della siccità che si è protratta per cinque mesi, impedendo così alle spore di germinare. Ma questa carenza non ha fermato la gente che ha continuato imperterrita le proprie visite ai boschi. Dunque, è fondamentale tenere sempre gli occhi ben aperti e non fidarsi mai dell’apparenza, perché confondere un fungo per un altro è estremamente semplice.