CATANIA – “Antonino Speziale cerca lavoro, ma nessuno, fino ad ora, gli ha permesso di avere una vita normale. A chiunque cerca personale lavorativo va la nostra preghiera di dargli un’opportunità“, inizia così il comunicato dell’avvocato Giuseppe Lipera del Foro di Catania, in merito a quanto sta accadendo al suo cliente, “noto” alle cronache locali per la morte dell’ispettore Filippo Raciti.
“Antonino Speziale, dopo aver scontato la pena da innocente, sta provando pian piano ad avere una vita normale. Oggi ha 32 anni e già da quando è stato scarcerato sta cercando, a destra e a manca, un lavoro. Il problema è che, sin ora nessuno, dicasi nessuno, lo ha voluto assumere, nemmeno per svolgere i lavori più umili.
Il motivo è ben intuibile: in molti, forse per diffidenza, forse per una cultura sbagliata, hanno timore ad assumere un ex detenuto così ‘noto’, probabilmente per la paura di avere problemi con l’autorità. Per cui vi è da chiedersi: è allora qual è il senso della rieducazione della pena? Qual è il senso di passare anni in carcere per poi non poter tornare a vivere?
In un’Italia dove sono tanti, anzi tantissimi, coloro i quali rifiutano di lavorare per la comodità di un Reddito di Cittadinanza, chiediamo a chiunque: commerciante, imprenditore, o chiunque sia, di dare alla società l’opportunità di salvare il povero Speziale. Come? Con un lavoro!“.
È convocata una conferenza stampa alle ore 10,30 di martedì 31 agosto, nello Studio Legale Lipera sito in via Pasubio 18 a Catania, alla presenza di Antonino Speziale.
Fonte foto Ansa.it
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