Amt, pochi mezzi e servizio insufficiente. Fast Confsal denuncia: “Gli attori cambiano ma i problemi restano, pronti allo sciopero”

Amt, pochi mezzi e servizio insufficiente. Fast Confsal denuncia: “Gli attori cambiano ma i problemi restano, pronti allo sciopero”

CATANIA – C’è preoccupazione tra i sindacati per i destini dell’Amt, il servizio di trasporto pubblico del capoluogo etneo, e dei dipendenti dell’azienda. A ribadirlo è il segretario regionale aggiunto della Fast ConfsalGiuseppe Cottone, che ai microfoni di NewSicilia ha voluto sottolineare la situazione di emergenza che si vive, ormai da mesi, alle pendici dell’Etna: “I problemi ricadono ormai da tempo su lavoratori e cittadinanza. Gli attori cambiano, ma le criticità rimangono sempre le stesse“.

È vero, sono arrivati nuovi mezzi, i vecchi sono stati dismessi ma il servizio è sempre carente e insufficiente a soddisfare la richiesta di una città grande come Catania. Al momento non abbiamo notizie sul futuro e, essendo Amt una partecipata al Comune attualmente in dissesto finanziario, vorremo comprendere le intenzioni dell’amministrazione“.

Amt – sottolinea Cottone – è un’azienda con un bilancio previsionale grande e non basso come può essere quello della SoStare. Stando ad alcune voci di corridoio, a causa del risparmio alla spesa una delle conseguenze dovrebbe essere quella di andare a sospendere le gare di appalto. Tutto questo rischia di trasformarsi in una perdita di posti di lavoro e noi non possiamo consentire che si perda nemmeno un euro dalle tasche dei lavoratori“.

Abbiamo sollecitato una soluzione al problema come progetti a breve e medio termine, ma a oggi non c’è nulla. Vengono fatte operazioni che possono contribuire ben poco. Amt, se vuole vivere, deve farsi trovare pronta e al momento non lo è. Viviamo un problema per il fondo di presidenza per autoferrotranvieri che Amt ha pagato con intermittenza dal 2014“.



I problemi relativi all’Amt si riflettono anche sui cittadini. Cottone punta, infatti, il dito sulle enormi attese che gli utenti sono costretti a sopportare prima di imbarcarsi a bordo dei mezzi. “Le persone aspettano ore alle fermate, non ci sono autobus a sufficienza e una media giornaliera di 70-80 mezzi non è concepibile per una città come Catania“.

Abbiamo in programma uno sciopero per i primi di gennaio dalle ore 10 alle ore 14, ma ciò rappresenta soltanto la punta dell’iceberg. All’origine dell’agitazione c’è la richiesta di denunciare la cattiva formulazione del servizio che genera disagi all’utente“.

Esistono, però, anche altre tematiche. “Il 13 dicembre ho avuto un incontro in commissione partecipate per comprendere le intenzioni reali dell’amministrazione comunale. L’integrazione tariffaria è sempre stata coperta dalle altre amministrazioni con un importo di 40 centesimi sulla media dell’1,40 euro totali. I cittadini hanno sempre speso soltanto un euro per il servizio. Adesso – conclude il segretario – vogliamo capire se alla luce del dissesto economico il Comune riuscirà a garantire ancora questa copertura“.

Immagine di repertorio