Alti, poco visibili e su strade trafficate: Comuni ignorano proteste contro i dossi

Alti, poco visibili e su strade trafficate: Comuni ignorano proteste contro i dossi

CATANIA – L’idea era nobile, la realizzazione un po’ meno. A un anno di distanza ci ritroviamo ancora una volta a parlare di dossi artificiali. Sì perché, nati per invitare gli automobilisti a rallentare la velocità e a scongiurare così il rischio di incidenti, nella pratica la loro presenza sulle strade etnee spesso si rivela essere un “pericolo” per i mezzi in transito.

Avevamo denunciato, grazie alle segnalazioni dei nostri lettori, la presenza di alcuni dissuasori di velocità non a norma. E lo abbiamo fatto con il Codice della Strada alla mano perché, lungi dal voler negare l’utilità e la ragion d’essere dei dossi artificiali, abbiamo voluto far chiarezza sulle norme che regolano la loro presenza. Una presenza sempre più massiccia, tanto che qualche automobilista parla di “invasione”.

Il copione, però, a distanza di un anno non è cambiato e gli automobilisti continuano a dover fare i conti con dossi troppo alti, scarsamente visibili nelle ore notturne e spesso collocati in strade abitualmente percorse da mezzi di soccorso. Con buona pace di sospensioni e cerchi in lega, per non parlare dei disagi dei feriti trasportati a bordo delle ambulanze che risentono, non poco, degli sbalzi provocati da cunette troppo alte e ravvicinate.

Le amministrazioni comunali sembrano essere sorde alle proteste dei cittadini che vorrebbero dissuasori di velocità a norma. Eppure la legge parla chiaro: se la Direttiva del 24/10/2000 del Ministero dei Lavori Pubblici sulla “Corretta ed uniforme applicazione del Codice della strada in materia di segnaletica e criteri per l’installazione e la manutenzione” sottolinea che i dossi “collocati su itinerari di attraversamento dei centri abitati, lungo le strade più frequentemente percorse dai veicoli di soccorso, di polizia o di emergenza, o lungo le linee di trasporto pubblico, devono essere rimossi”, il parere del 26 ottobre 2011, n. 5274, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ricorda che “qualora installati in difformità da quanto prescritto dalla vigente normativa, i manufatti in argomento devono essere immediatamente rimossi; in difetto, gli Enti proprietari risponderanno civilmente e penalmente in caso di danni e lesioni derivanti dal loro permanere in opera”.

Parole alle quali potrebbero appellarsi i cittadini e che dovrebbero mettere in allarme i sindaci dei comuni etnei e farli correre ai ripari, programmando la regolarizzazione dei dossi già esistenti e richiamando al rispetto delle norme del Codice della Strada per la realizzazione di future cunette.