CATANIA – Nessun allarmismo ma solo un po’ di preoccupazione. C’è massima allerta per l’ebola. La Società italiana malattie infettive e tropicali si è pronunciata dopo l’allarme scoppiato con il caso spagnolo e ha affermato che la Sicilia è la regione maggiormente esposta al rischio.
In fondo era anche abbastanza prevedibile dopo la lunga serie di sbarchi che vedono migliaia di migranti approdare sull’isola.
La Simit ha richiesto all’Italia di attivare tutte le misure di prevenzione comprese quelle di profilassi nei porti e negli aeroporti.
“La Sicilia – ha spiegato Antonio Chirianni, vicepresidente Simit – sembra essere la regione più interessata dal potenziale contaggio. Anche se l’infezione si trasmette per contagio inter-umano diretto con sangue e liquidi biologici va sottolineato che il virus rimane a lungo nello sperma e che i rapporti sessuali rappresentano un veicolo di diffusione e infezione anche dopo 6 o 7 settimane dalla guarigione”.
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