“Affittatelo o vendetelo”, continua battaglia per riqualificare il parco degli Ulivi

“Affittatelo o vendetelo”, continua battaglia per riqualificare il parco degli Ulivi

CATANIA – “Affittatelo o vendetelo”. Una vera e propria provocazione quella del consigliere comunale di “Grande Catania” Sebastiano Anastasi, che continua senza sosta la sua battaglia per riqualificare il parco degli Ulivi, nella zona San Nullo di Catania. Una battaglia che vede schierati in prima fila anche tutti i residenti della zona che sono stanchi di non poter usufruire di un bellissimo polmone verde, tra l’altro il terzo della città per grandezza.

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“Il parco degli ulivi è diventato oramai preda dei vandali – ci racconta un abitante – stanno distruggendo tutto, le recinzioni, i vialetti, e ultimamente piante, staccionate e le casette presenti all’interno. Come se ciò non bastasse la sera entrano dentro con le macchine o i motorini, mettendo la musica ad alto volume e non solo, gridano e vediamo movimenti strani. Non ne possiamo più, siamo esasperati e soprattutto non ci sentiamo al sicuro. In tutto questo dov’è l’amministrazione?”. 

Una domanda ricorrente tra chi abita qui e che negli ultimi 5 anni sta assistendo “impotente” alla distruzione del parco. Nonostante le continue sollecitazioni la situazione non è cambiata, semmai peggiora di giorno in giorno.

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Il parco degli Ulivi dopo pochi mesi dalla sua ultimazione, nel 2001, fu oggetto dei primi atti di vandalismo. A questo poi si aggiunsero anche gli incendi, a causa dell’assenza della manutenzione del verde, che distrussero cestini, fontanelle, impianti d’irrigazione e impianti di pubblica illuminazione, lasciando l’area al buio, cosa che purtroppo avviene ancora tutt’oggi.

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Quanto ai costi si parla di circa un miliardo di vecchie lire nel 1997 quando venne individuato come area al verde, a questo dobbiamo aggiungere 150.000 euro intorno al 2007, spesi per ricostruire la bambinopoli interna e piazzare le telecamere oltre alla recinzione, rifatta, per ben due volte.  Insomma più che un parco, sembra una sorta di macchia verde stile residuo bellico, tra l’altro, come raccontano i residenti, mai inaugurato ufficialmente. Per salvarlo da un destino quasi inevitabile, si potrebbe dunque stipulare una convenzione con soggetti pubblici o privati, dando ciascuno un contributo, consegnando e stavolta “con tanto di taglio del nastro” il parco alla sua gente.