CATANIA – Si è svolto stamattina, nell’aula magna “Santo Mazzarino” del Monastero dei Benedettini di Catania, il convegno “Catania+Comiso – Il sistema aeroportuale Hub del Mediterraneo – Traguardo dopo traguardo”, organizzato da SAC, la società che gestisce l’aerostazione etnea.
La tavola rotonda, istituita per fare il punto della situazione sullo sviluppo aeroportuale nell’area orientale della Sicilia e nell’intero bacino del Mediterraneo – che va di pari passi con un processo di “decarbonizzazione” degli aeroporti di Catania e Comiso – ha visto la partecipazione dei maggiori vertici del settore, regionale e nazionale.
Ad aprire il dibattito è stato il “padrone di casa” Francesco Priolo, Magnifico Rettore dell’Università di Catania, il quale ha voluto sottolineare “il forte legame tra Università e territorio“, ricordando anche l’importanza della ripartenza post pandemia da Covid-19 e dell’investimento sulla formazione.
Nel corso della mattinata si sono alternati, tra i tanti, il vicesindaco di Catania Roberto Bonaccorsi, il Prefetto Maria Carmela Librizzi, il primo cittadino di Comiso, Maria Rita Schembari, il presidente di SAC Sandro Gambuzza e il direttore generale ENAC Alessio Quaranta.
Particolarmente sentita la riflessione di Nico Torrisi, amministratore delegato di SAC, il quale ha voluto ricordare come l’aeroporto di Catania abbia vissuto “anni belli e difficili“, questi ultimi comunque segnati dalla pandemia.
“Nel 2020 volare era una cosa utopica, ma ne siamo venuti fuori. Il Governo ha dimostrato grande sensibilità con i ristori“, ha affermato l’ad. Sempre Torrisi ha specificato che, nel corso di questi mesi di ripresa pandemica, l’aerostazione etnea ha provveduto a “migliorare la qualità” del servizio, ad assumere personale, ad aprire negozi e portare players internazionali.
Poi, un pensiero rivolto all’aerostazione di Comiso, la cui importanza strategica è stata così definita dallo stesso Torrisi: “È comu na figghia fìmmina. Non è na risgrazia, ma na ricchìzza“.