ADRANO – Continua serrata la lotta allo spaccio di stupefacenti nel territorio di Adrano, in provincia di Catania: agenti del locale Commissariato, diretto dal vice questore Paolo Leone, hanno denunciato, infatti, un giovane 22enne adranita per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
I sospetti che il giovane potesse occuparsi di tale illecita attività hanno avuto conferma a seguito di una perquisizione che i poliziotti hanno effettuato sull’autovettura, intestata alla madre, ma affidata in giudiziale custodia al ragazzo (l’auto era stata sottoposta a sequestro amministrativo nel mese di aprile dello scorso anno, poiché mancante di copertura assicurativa). Gli agenti hanno trovato una busta in plastica, accuratamente nascosta sotto il sedile lato guida, che aveva al suo interno ben 100 grammi di marijuana.
La sostanza in parte era ancora da confezionare per lo smercio, e in parte era già contenuta in altri involucri in plastica trasparente, pronta per essere immessa sul mercato locale.
Nei confronti del giovane sono state altresì contestate una serie di violazioni amministrative, quali la sosta sulla pubblica via di un’autovettura senza assicurazione nonché la circolazione della stessa già sottoposta a sequestro amministrativo. L’auto è stata affidata in giudiziale custodia a una depositeria convenzionata.
Al 22enne sono state contestate anche tutta una serie di violazioni commesse nel pomeriggio precedente: egli non si è fermato all’Alt della polizia, mentre viaggiava a velocità sostenuta a bordo di motociclo, trasportando un passeggero privo di casco protettivo; motociclo che poi è risultato essere, all’esito dei controlli, anch’esso privo di copertura assicurativa per la responsabilità civile verso terzi. Infine è stato appurato che il giovane è titolare di una patente di guida diversa da quella richiesta per la guida dei motocicli.
Complessivamente gli sono state irrogate sanzioni amministrative per un importo superiore ai 5mila euro.
Il motociclo è stato sottoposto al fermo amministrativo per 60 giorni e l’indagato è adesso a disposizione dell’autorità giudiziaria.