Additivi chimici negli alimenti: il Codacons chiede i nomi

Additivi chimici negli alimenti: il Codacons chiede i nomi

CATANIA Gli additivi chimici dannosi per la salute, rinvenuti nelle carni durante i servizi di controllo effettuati dai NAS e dall’ASP di Catania, hanno creato non poche polemiche. Il Codacons chiede i nomi delle aziende implicate: solo così i consumatori potranno essere tutelati da eventuali rischi.

“Vogliamo sapere i nomi delle aziende coinvolte, allo scopo di avviare nei loro confronti le dovute azioni penali – dichiara il segretario nazionale CODACONS, Francesco Tanasi. E aggiunge “Come affermato anche dai Nas, la presenza di additivi chimici vietati nelle carne destinate al consumo umano, rappresenta un potenziale pericolo per i consumatori i quali, in modo del tutto inconsapevole, acquistano e mangiano prodotti a rischio. Non bastano le multe elevate nei confronti dei trasgressori, perché simili comportamenti vanno perseguiti nelle sedi di tribunale, affinché non si ripetano più attentanti alla sicurezza alimentare e alla salute dei cittadini”.

Gli additivi chimici presenti nelle carni, che al momento allarmano tanto i siciliani, non sono l’unica questione sollevata dal CODACONS: il pericolo si nasconde a livello nazionale e riguarda tutte le materie prime che entrano in Italia, dai broccoli cinesi alle arance egiziane.

A seguito della black list dei prodotti contaminati diffusa da Coldiretti, il Codacons si è rivolta alle autorità italiane con un esposto al Ministero della Salute e ai Carabinieri dei Nas, chiedendo controlli a tappeto su tutto il territorio italiano.

Per Tanasi,  la  denuncia lanciata da Coldiretti sui cibi più contaminati prodotti all’estero e diffusi in Europa è particolarmente allarmante perché tocca non solo il settore agricolo, ma anche quello della salute e della sicurezza alimentare. In particolare, spesso alimenti che arrivano da Cina, India, Vietnam e altri paesi contengono sostanze chimiche ritenute illegali nel nostro Paese e mettono infatti in serio pericolo la salute dei cittadini che li consumano, ignari dei rischi che corrono. “Per tale motivo – conclude Tanasi- abbiamo deciso di presentare un esposto al Ministero della salute e ai Nas, affinché accertino quali di questi cibi entrino in Italia e quali prodotti trasformati utilizzino materie prime inserite nella black list diffusa da Coldiretti, procedendo al sequestro degli alimenti pericolosi”.