Acqua in bicchiere di plastica? Al bar si paga. La “mini-tassa” della discordia e l’opinione della gente

CATANIA – E alla fine, forse, arriveremo a pagare anche l’acqua al bar, o meglio il bicchiere.

Proprio così, dal primo giugno chiedere dell’acqua al bar in un bicchiere di plastica potrebbe costare 10 o 20 centesimi.

Certamente non una cifra proibitiva ma che stona fortemente con una prassi consolidata che vuole che l’acqua al bar sia “gratis”, naturale o frizzante che sia, in vetro o in plastica senza alcuna distinzione.

“Non è in questo modo che si tutela l’ambiente – commenta un cliente di un noto bar del centro a Catania -. Si tratta dell’ennesima tassa ai danni del cittadino. Capisco l’invito a fare un uso limitato della plastica ma arrivare addirittura a chiedere di pagare il bicchiere di plastica mi sembra eccessivo”.

Le ragioni dell’introduzione della nuova “tassa” (in realtà si tratta di una direttiva, non vincolante ndr) sarebbero legate, infatti, al rispetto dell’ambiente e alla necessità di porre un freno all’eccessivo consumo della plastica.

“Onestamente è una questione che non mi riguarda – commenta un altro cliente -. Bevo acqua in vetro e non sto lì a pensare se il bicchiere è pulito o se è sporco. Vengo in questo bar ogni mattina e ho piena fiducia in chi mi serve il caffè, sulla sua professionalità e sull’igiene. I turisti? facciano quello che vogliono, paghino per avere il loro bicchiere di plastica”. 

La scelta del vetro, spesso scartata dai turisti (probabilmente per questioni di igiene), potrebbe, dunque, diventare una scelta obbligata, se non si vuole sborsare di volta in volta un extra per dissetarsi o per bagnarsi le labbra prima di un buon caffè.

Sembra che anche gli esercenti non condividano appieno la proposta, consapevoli che chiedere 10 o 20 centesimi al cliente potrebbe essere vista come una scusa per lucrare su qualcosa che fino ad ora è stata frutto di scelta personale. 

“Credo sia assurdo chiedere 10 o 20 centesimi ad un cliente che chiede un bicchiere d’acqua o un caffè in plastica – commenta un esercente -. Ciascuno deve essere libero di scegliere ciò che preferisce senza dover fare i conti con il portafoglio e non saremo noi a mettere il cliente davanti a questa scelta”.