Aci Catena: una storia di tangenti lunga 20 anni

CATANIA – Erano soliti dividere le tangenti ricevute a metà. Per questo motivo, per il sindaco di Aci Catena, Ascenzio Maesano e il suo fido braccio destro Orazio Barbagallo, consigliere comunale e Presidente della 1a Commissione Consiliare Bilancio e Finanze, questa mattina, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, sono scattate le manette.

Nell’ambito della stessa operazione è stato arrestato anche Giovanni Cerami, direttore generale della Halley Consulting S.p.A..

I tre, sottoposti ad indagine da parte della Direzione Investigativa Antimafia, sono accusati di “corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio“.

Nello specifico, come sottolineato nella conferenza stampa della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, gli episodi che hanno portato al loro arresto riguardano il rinnovo del contratto di fornitura per il Comune di Aci Catena del servizio di assistenza e manutenzione dei sistemi di software e hardware e l’aggiudicazione del progetto “Home Care” finanziato dall’Unione Europea per un importo di 252 mila euro alla Halley Consulting S.p.A..

Per aggiudicarsi tali appalti, Cerami era solito versare tangenti a Maesano e Barbagallo che dividevano in parti uguali i profitti illeciti.

Una pratica che andava avanti da 20 anni, da quando nel 1996 venne stipulato il primo contratto a favore della società di Cerami, poi rinnovato biennalmente. 20 anni di attività e di rapporti privilegiati tra la società e l’amministrazione comunale che hanno fatto insospettire gli inquirenti e sono stati oggetto delle indagini della DIA che da tempo, oltre alle consuete indagini per antimafia, si occupa anche di illeciti amministrativi.

Le prove evidenti che hanno portato all’arresto dei tre uomini riguardano le intercettazioni della mattina del 4 giugno quando Maesano e Barbagallo, con linguaggio criptico, si davano appuntamento in aperta campagna e lì, nonostante le scrupolose precauzioni prese per non essere seguiti e filmati, venivano intercettati dagli investigatori della D.I.A. mentre procedevano alla suddivisione di una tangente, versata proprio da Cerami, dell’ammontare di 15 mila euro.

Nel corso della perquisizione effettuata questa mattina durante l’arresto di Maesano, in casa del sindaco sono stati ritrovati, inoltre, 3 mila e duecento euro nascosti in una scatola di scarpe che farebbero pensare all’ennesima tangente ricevuta.

I tre uomini, per i quali si è proceduto al fermo per pericolo concreto e immediato di fuga, sono stati condotti nella casa circondariale di Piazza Lanza e restano a disposizione dell’Autorità Giudiziaria catanese.

Gli inquirenti non escludono ulteriori sviluppi legati della vicenda che potrebbero far emergere anche contatti con la mafia.

Al Prefetto spetta adesso la decidere se sciogliere il Comune di Aci Catena.