Abitavano all’estero ma percepivano l’assegno sociale in Italia: 23 denunce

CATANIA – Truffavano l’Inps. Erano residenti all’estero ma continuavano ad usufruire dell’assegno sociale in Italia. Con questo stratagemma, dalle casse dell’istituto nazionale di previdenza sono usciti oltre 620 mila euro.

Un truffa bella e buona che i finanzieri del Comando Provinciale di Catania, coordinanti dal comandante Roberto Manna, hanno smascherato attraverso un’intensa attività investigativa.

Ad insospettire sono state le indagini svolte su tre persone italiane che però erano emigrate all’estero e che continuavano ad intascare i soldi. Così è partita l’operazione che oggi ha portato alla denuncia di 23 soggetti.

L’Inps ha fornito i dati completi di coloro che percepivano l’assegno e i finanzieri attraverso dei controlli incrociati con l’anagrafe di alcune persone del calatino, residenti all’estero, hanno scoperchiato la pentola bollente.

I paese messi sotto la lente d’ingrandimento sono stati Caltagirone, Licodia Eubea, Mirabella Imbaccari, Mineo e Vizzini.

Ma a chi spetta questo assegno sociale?

A coloro che hanno compiuto il sessantacinquesimo anno di età e sono senza reddito o comunque hanno entrate al di sotto di una determinata soglia. Questo contributo equivale a 500 euro al mese, compresa la tredicesima e spetta solo ai residenti in Italia da almeno dieci anni.

Fra i denunciati di oggi, invece, c’era chi abitava in Argentina, chi in Venezuela, chi in Brasile, Stati Uniti, Australia e chi in Germania ma a pagare era sempre l’Italia. In tre casi, addirittura, le persone che ricevevano sul conto corrente il beneficio erano anche morte da alcuni anni.

I responsabili sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Caltagirone per truffa aggravata ai danni dello Stato e allo stesso tempo sono stati bloccati i pagamenti da parte dell’Inps e avviate le procedure per il recupero delle somme indebitamente percepite.