Cronaca

A Catania la “Maratona oratoria” contro i suicidi in carcere

CATANIA – Dall’inizio dell’anno 52 detenuti si sono tolti la vita in carcere. Un dato che conferma l’emergenza in corso in Italia, già sanzionata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nel 2022 per maltrattamenti. “Fermare i suicidi in carcere” è il messaggio dalla tappa catanese della “Maratona oratoria” a cui ha aderito la Camera Penale etnea “Serafino Famà”. Oltre 30 avvocati si sono riuniti all’ingresso del Tribunale per chiedere soluzioni a tutte le problematiche che costringono detenuti e Polizia penitenziaria ad un vissuto drammatico all’interno delle carceri.

Francesco Antille boccia il Decreto carceri

Il 4 luglio il governo Meloni ha licenziato il Decreto carceri, un provvedimento che ha aumentato il numeri di agenti di Polizia penitenziaria (mille), prevede per il detenuto la possibilità di essere messo subito a conoscenza di tutti gli scenari possibili per ottenere una detrazione delle pena. Contro la condizione di isolamento, il Decreto carceri propone anche un aumento dei colloqui telefonici. Queste sono alcune delle misure. Commentando il Decreto carceri il presidente della Camera Penale di Catania Francesco Antille ha dichiarato: “Parlamento e governo hanno licenziato un testo che reputo non solo insufficiente, ma totalmente palliativo. Bisogna pensare ad una seria depenalizzazione, ad allargare il campo delle misure alternative alla detenzione, pensare ad amnistia ed indulto per i reati comuni soprattutto“.

 

 

Suicidi in carcere. “Situazione ingestibile e drammatica”

A questo numero dobbiamo aggiungere la Polizia Penitenziaria – ha ricordato ancora Antille – e dobbiamo parlare di emergenza effettiva. Ed è questa la ragione della mobilitazione dell’avvocatura liberale e democratica che tende a sottolineare l’indispensabilità di interventi strutturali che possano risolvere i problemi di sovraffollamento e l’eccesso di carcerazione“. Il segretario della Camera Penale di Catania, Francesco Branca, ha parlato di “situazione ingestibile e drammatica“. “I detenuti vivono in condizioni inumane, gli operatori della Polizia penitenziaria sono costretti a svolgere la loro attività in una situazione di degrado della realtà carceraria“. Anche per il segretario catanese il governo ha emanato un decreto legge che “non  incide in alcun modo sulla drammatica situazione carceraria“. Tra gli oltre 30 avvocati intervenuti alla “Maratona oratoria” di Catania ci sono stati anche Ruggero Razza (Fdi) ed Anthony Barbagallo (Pd).

 

Lo Stato ha perso. Ruggero Razza cita il carcere di Agrigento

Su un concetto Ruggero Razza e Anthony Barbagallo, neo europarlamentare di Fratelli d’Italia e parlamentare del Partito Democratico, sono stati d’accordo intervenendo alla “Maratona oratoria”: lo Stato sulle carceri ha fallito. Ma se Razza ha difeso il Decreto carceri del ministro della Giustizia Nordio, Barbagallo è apparso sulla linea di Antille e Branca. “Alcuni diranno che queste misure sono pannicelli caldi, che queste misure non raggiungono a pieno l’obiettivo, magari si auspicherà anche l’adozione di una misura di svuotamento delle carceri – ha spiegato Razza -. Come denunciato dal ministro Nordio, lo Stato la sfida del carcere l’ha persa. L’ha persa nel momento in cui ha preferito non affrontare le questioni di gestione della popolazione carceraria. Basterebbe per capirlo andare al carcere di Agrigento dove c’è un monumento all’incapacità dello Stato che è quella grande strutture accanto alla sala avvocati, ferma da oltre 15 anni anni, e che lo Stato non è riuscita a completare e a realizzare. Da un lato – ha concluso Ruggero Razza – lo Stato deve fare lo Stato, quindi rispondere all’esigenza di sicurezza dei cittadini e di tassatività delle pene; dall’altro deve pienamente rispettare il dettato costituzionale che vuole l’espiazione delle pena come finalizzata alla risocializzazione del detenuto. Un carcere inumano non riesce certamente a raggiungere nessuno di questi due obiettivi“.

La staffetta di “Maratona oratoria” si concluderà con una manifestazione nazionale a Roma l’11 luglio alle ore 14.

Chiara Borzì

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