CATANIA – Un uomo che ci ha lasciati 34 anni fa, ma che ancora oggi vive nei ricordi di tutti i siciliani perché considerato uno dei simboli più significativi di ribellione al potere mafioso.
Stiamo parlando di Giuseppe Fava, il giornalista ucciso dalla mafia, il 5 gennaio 1984, davanti al teatro Stabile di Catania, in quella strada, un tempo via Dello Stadio, che da parecchi anni porta il suo nome.
Oggi non mancheranno, nella città che a tutti gli effetti lo ha adottato (era nato a Palazzolo Acreide, nel siracusano), le manifestazioni per ricordarlo. Alle 17, da piazza Roma, partirà un corteo per raggiungere il luogo in cui avvenne l’omicidio, mentre in seguito, vicino alla lapide commemorativa avverrà un presidio e, alle 19, si entrerà in teatro, alla presenza del figlio Claudio, per un incontro-dibattito, preceduto da un trailer-film e seguito dalla consegna del premio Fava 2018, alla memoria di Daphne Caruana Galizia.
La sua commemorazione si concluderà con una visita del “Giardino di Scidà” di via Randazzo, bene confiscato tempo fa alla mafia, e con un’assemblea alle 21, nella redazione dei “I Siciliani giovani” in via Cordai.
I vertici dell’Unci hanno sottolineato come era un giornalista che, con grande coraggio, analizzava i fatti e le notizie che gli venivano comunicate e come il suo stile sia stato importante per la loro formazione professionale.