Sant’Agata 2021, paura per i comportamenti irresponsabili. I ristoratori: “Lockdown 3, 4, 5 febbraio”

Sant’Agata 2021, paura per i comportamenti irresponsabili. I ristoratori: “Lockdown 3, 4, 5 febbraio”

CATANIA – La festa di Sant’Agata a Catania è sempre stato un evento che, oltre al profondo aspetto religioso, ha sempre riempito le strade della città di gente, apportando un notevole afflusso di lavoro per le attività commerciali del centro storico.

Quest’anno la festa della Patrona è stata stravolta a causa dell’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Coronavirus e i ristoratori temono conseguenze disastrose sia dal punto di vista sanitario che economico da comportamenti irresponsabili.

I ristoratori manifestano preoccupazione per i possibili festeggiamenti agatini. Anche se per quest’anno la festa di Sant’Agata sarà celebrata in modo molto più intimo e personale da ogni devoto, senza i tradizionali giri dentro e fuori il centro cittadino, senza clamore e il trasporto dei fedeli, pur nel rispetto di una festa molto sentita dalla città, si teme invece che le limitazioni consigliate in questo periodo di pandemia possano venire meno” affermano i rappresentanti della la FIPE Confcommercio.

Restiamo una delle categorie più colpite, non vorremmo essere noi a pagare anche questa volta le conseguenze di un mancato controllo del territorio e di una distrazione da parte della politica nella gestione della festa di Sant’Agata – afferma Giovanni Trimboli, presidente ristoratori FIPE Confcommercio Catania -. Purtroppo temiamo che i festeggiamenti possano sfuggire di mano e comportamenti irresponsabili possano avere conseguenze disastrose sia dal punto di vista sanitario, con aumento dei contagi nei giorni successivi, sia dal punto di vista economico con nuove devastanti chiusure delle attività di ristorazione. Invochiamo pertanto un lockdown totale in città nei giorni 3, 4 e 5 febbraio al fine di scongiurare quegli assembramenti che purtroppo temiamo saranno inevitabili nonostante tutti gli accorgimenti e gli appelli lanciati dalle istituzioni”.