Coronavirus Catania, Paternò piange Pino Galvagno: medico morto sul campo. Dalla gioia alla disperazione

PATERNÒ – Il Coronavirus miete un’altra vittima nella provincia di Catania, stavolta nel Comune di Paternò. La popolazione paternese, infatti, sta piangendo in queste ore il dottor Pino Galvagno, stimato medico di famiglia, molto conosciuto in città e morto a causa delle complicanze dovute all’avanzare dell’infezione. A darne notizia il figlio Gaetano, deputato regionale di Fratelli d’Italia.

Il post Facebook del figlio di Pino è intriso di dolore e rabbia. “Con profondo dolore, la notizia che non avrei mai voluto darvi è arrivata. Papà non ce l’ha fatta e ci ha lasciati. Comunicherò tramite questo canale la data e l’orario per l’ultimo saluto, pregando tutti di attenersi strettamente e responsabilmente alle disposizioni vigenti per la sicurezza di tutti“, scrive Gaetano Galvagno sulla sua pagina Facebook.

Il dolore per la morte del proprio padre, la rabbia contro chi nega l’esistenza di questa terribile catastrofe chiamata Coronavirus, che porta con se il fardello di tanti Pino, di tanti padri, mariti, mogli, madri, figli, amici. Era il 13 dicembre, quando Gaetano si sfogava su Facebook così: “Tanto a me non succede niente. Tanto io non lo prendo. Quante volte lo avremo detto? Quante volte abbiamo pensato che questo virus potesse colpire chiunque tranne noi o un nostro caro? Poi inizi a sapere di un amico di un tuo amico, poi un conoscente e poi possibilmente capita che a essere colpita sia una persona ancora più stretta. Vedere ammalarsi mio cugino, poi mio zio, per continuare con mio padre, mia madre e, infine, mia sorella è stato come vivere un incubo“.

Un uomo, secondo quanto scritto da Gaetano, che si è ammalato per assolvere il suo dovere di medico di famiglia. Un’altra, l’ennesima vittima della categoria. Una classe di medici e maestri che, soprattutto all’inizio della pandemia, sono stati lasciati allo sbaraglio e hanno assolto con onore e professionalità il loro dovere di essere umani prima e di medici poi. Il giuramento di Ippocrate è stato più che rispettato. Eppure, Pino, era riuscito a tornare a casa inizialmente: “Oggi, finalmente, mio padre torna a casa dopo due settimane di ricovero. Si è ammalato per assolvere al suo dovere di medico, anche se in pensione. Ringraziando Dio, in famiglia tiriamo un sospiro di sollievo e aspettiamo l’ultimo tampone per mia sorella e mia madre, ma il peggio sembra essere passato“, scriveva il 13 dicembre Gaetano.

Quello sfogo, quella gioia, quella speranza, hanno presto lasciato spazio al dolore. Pino ha lottato fino alla fine, ha assolto il suo dovere nonostante avesse potuto benissimo godersi la pensione e non pensare più a nulla ed è caduto da eroe sul campo. Non ha abbandonato i suoi pazienti e la sua famiglia, ma si è sacrificato per loro. Lo dimostrano i numerosi messaggi di cordoglio pubblicati su Facebook in suo onore. Come quello di Debora, che scrive: “L’ultima volta che ho visto Pino Galvagno è stato al 35° compleanno di suo figlio Gaetano, il 15 febbraio, prima che questo maledettissimo virus si diffondesse a macchia d’olio nel mondo. Era felice insieme alla sua famiglia, orgoglioso dei suoi figli e dei loro traguardi. Ed è così che lo voglio ricordare. Che la terra ti sia lieve“.

Fonte immagine Facebook – Giuseppe Ranno

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