CATANIA – “L’amministrazione non può intervenire, si tratta di rapporti fra privati”. Si mette sulla difensiva Angela Mazzola, assessore alle attività produttive del Comune di Catania, dopo aver letto la proposta di Nino Nicolosi, pubblicata ieri da NewSicilia.it.
Il presidente provinciale della F.I.M.A.A, Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari, alla luce delle più di 233 botteghe sfitte in città, ha lanciato la proposta di realizzare dei contratti concordati per i giovani al di sotto dei 35 anni di età e per gli artigiani molto qualificati. Sarebbero loro a godere delle agevolazioni se ci fosse una tassazione meno severa per i proprietari delle botteghe.
In questo modo secondo Nicolosi potrebbe ripartire l’economia, ma ha chiamato in causa il Comune al quale chiede di abbassare i costi della segnaletica dei negozi che sono vertiginosi e di moderare la Tarsu.
La Mazzola risponde: “Noi siamo vincolati a quello che è un piano di stabilità. Non credo proprio che questo sia il modo di rilanciare l’economia e consentire lo sviluppo del commercio, considerato che è un momento di crisi che non investe solo la nostra realtà territoriale ma anche la nazione”.
Presidente Nicolosi ci dispiace ma a quanto pare non sono affari del Comune che per rilanciare sceglie di fare altro.
“Stiamo cercando di iniziare a lavorare al piano commerciale ma posso dire che anche il regolamento dei dehors che può sembrare una sciocchezza non lo è. Concediamo il suolo pubblico ai proprietari delle attività di ristorazione per cinque anni dando così maggiori garanzie agli operatori”.
Per dehors si intendono gli elementi mobili, smontabili o comunque facilmente rimovibili che andrebbero ad occupare proprio il suolo pubblico. Forse l’assessore Mazzola dovrebbe ascoltare, su questa tematica, anche i residenti del centro storico che qualcosa da dire in merito ce l’avrebbero. Loro lamentano che per tutta l’estate c’è stata un’espansione incontrollata di sedie e tavolini sulle strade, fuori ogni regola. Qui, però, entriamo in un altro argomento che tratteremo in seguito.
Tornando alla moria di negozi per la città, l’assessore incalza “Laddove il Comune ha potuto intervenire, come per esempio le zone franche urbane, lo ha fatto. Noi abbiamo dato in locazione alle nuove imprese, che hanno deciso di avviare attività nuove su Librino, immobili del comune riducendo al 50% il canone locativo. Quindi quando possiamo agire lo facciamo ma nel caso proposto da Nicolosi non è proprio di nostra competenza”.
Ma allora per ridurre la Tarsu i commercianti a quale santo devono rivolgersi???
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