Catania, archiviata l’inchiesta sul commercialista Massimiliano Longo

Catania, archiviata l’inchiesta sul commercialista Massimiliano Longo

CATANIA – Il G.I.P. di Catania, accogliendo la richiesta della Procura, ha disposto l’archiviazione dell’inchiesta, per appropriazione indebita aggravata ed autoriciclaggio e il dissequestro dei beni del commercialista Massimiliano Longo.

Invero – scrive il pubblico ministero nella richiesta – è stato documentalmente provato che nessun tipo di operazione illegittima nella gestione dell’associazione è addebitabile all’indagato“.

Il G.I.P. ha emesso il decreto di archiviazione condividendo la posizione della Procura, ritenendo che la “notizia di reato si e rivelata infondata“, e ha disposto la restituzione dei beni che erano sequestrati nello scorso ottobre dalla Guardia di Finanza. Il provvedimento riguardava beni per 1,4 milioni di euro e sette società del settore dei servizi forniti da dottori commercialisti, del trasporto marittimo di passeggeri, della locazione immobiliare di beni propri e dei supermercati.

Si è fatta finalmente chiarezza sulla vicenda – afferma il legale del commercialista, l’avvocato Carmelo Galatia seguito di una articolata ricostruzione della vicenda la Procura di Catania ha rilevato come l’asserita appropriazione è risultata insussistente, che la notizia di reato non era stata riscontrata e che quanto rappresentato in querela era privo di fondamento“.

Plauso e merito alla procura e al Nucleo Pef della Guardia di Finanza – aggiunge il penalista – per aver fatto emergere la verità dei fatti e per aver chiarito la infondatezza delle accuse mosse al dottore Massimiliano Longo, professionista serio, stimato e apprezzato“.

Al centro dell’inchiesta, adesso archiviata, il ruolo del commercialista come socio e rappresentante legale di un’associazione di professionisti di Catania accusato di avere effettuato in tre anni diversi bonifici a proprio favore per importi sensibilmente superiori alla quota di partecipazione agli utili pattuita tra i soci, appropriandosi indebitamente di oltre 1,4 milioni di euro e di avere reimpiegato circa un milione di euro di queste somme in attività economiche e imprenditoriali effettuando versamenti per circa 700 euro a favore di società a lui stesso riconducibili.

Tutti i beni sono stati già dissequestrati.

Foto di repertorio