Catania, 4 anni dalla scomparsa dei pescatori Fabio ed Enzo: sorella lancia appello ai pescatori di Mazara

Catania, 4 anni dalla scomparsa dei pescatori Fabio ed Enzo: sorella lancia appello ai pescatori di Mazara

ACITREZZA – Fabio Giuffrida ed Enzo Cardì, 38 anni (il primo viveva ad Acitrezza, il secondo ad Aci Catena, due comuni in provincia di Catania), il pomeriggio di venerdì 23 dicembre 2016 sono salpati dal porto di Acitrezza (Catania) su un motoscafo Open bianco di 7 metri, con motore di 40 cavalli, per andare a pescare con “u conzu”, il palamito. I due pescatori amici avrebbero calato “u conzu” in mare la sera per ritirarlo il mattino e poter così rientrare ad Acitrezza verso le ore 12 del 24 dicembre, la vigilia di Natale.

Pochi dubbi, dunque, sul fatto che i due pescatori avrebbero dovuto utilizzare “u conzu”, visto che Enzo, proprietario della barca, secondo quanto raccontato da alcuni testimoni, era stato visto all’alba del 23 dicembre al mercato ittico di piazza Marina, ad Acitrezza, ad acquistarealacci”, il pesce utilizzato come esca per gli ami del palamito. Doveva essere una breve battuta di pesca, di due pescatori esperti. Ma non è andata così. I due non sono più rientrati né nel porto trezzoto, né in altri porti. L’ultimo contatto telefonico tra Fabio e la famiglia risale alla mezzanotte. Poi il nulla, silenzio totale. E, da quell’istante, dei due pescatori e della loro barca non si è saputo più nulla, per la disperazione delle famiglie e degli amici.

Le domande

Un naufragio, un incidente in mare? Non è mai stato riscontrato un solo elemento che possa fare pensare a una delle due ipotesi. Non c’è alcuna prova per sostenerle, il mare non ha mai restituito alcun pezzo di quella imbarcazione, effetti personali, attrezzature. Un allontanamento volontario?
Enzo e Fabio avevano programmato una tipologia di pesca che gli avrebbe permesso di trascorrere la serata della vigilia in Natale con le rispettive famiglie. E non ci sono tracce di un loro attracco in altri porti o in uno sconfinamento fuori dalle acque territoriali. E le immediate ricerche? “La Capitaneria di Porto di Catania – ricorda Santa Giuffrida, la sorella maggiore di Fabio – in poco tempo, ha dichiarato ‘ufficialmente chiuse le ricerche‘, anche se lasciava attiva la segnalazione sulla loro scomparsa. Troppo poco…“.

Dopo 4 anni i familiari cercano e aspettano notizie: “Il fatto – dice Nicola, il fratello di Fabio Giuffrida raggiunto telefonicamente – che in questi 4 anni ci sono stati incidenti in mare e purtroppo ci sono state vittime ma i corpi sono stati restituiti alle famiglie e a noi niente, lascia tanti e ulteriori dubbi su quello che è potuto succedere quella notte. Comunque, noi siamo sempre speranzosi ma di notizie nuove, purtroppo, non ne abbiamo. Io non ho niente da aggiungere, se non che ancora cerchiamo notizie di quella notte maledetta di 4 anni fa, qualcuno che ci possa dare qualche informazione certa di quell’evento. In merito all’indagine, noi abbiamo il fascicolo ma non c’è niente di nuovo rispetto a quello che già sappiamo, niente“.

L’appello delle famiglie

Sfruttando il rientro dei pescatori di Mazara del Vallo (Trapani) in Sicilia e la risonanza mediatica dell’evento, Santa Giuffrida a lanciato loro un appello. Santa rivela la commozione provata quando sono rientrati a Mazara del Vallo i 18 pescatori prigionieri per 108 giorni di Haftar a Bengasi e lancia questo appello: “I 18 pescatori non sono stati rinchiusi sempre nelle stesse carceri libiche, sono stati spostati da un posto all’altro, quindi chiedo se qualcuno di loro abbia notato persone riconducibili a mio fratello e a Enzo. Più facile notare la presenza di Enzo, perché biondo, diversamente da mio fratello dai caratteri somatici assimilabili agli arabi. Se qualcuno dei 18 pescatori di Mazara del Vallo ha notato qualcosa, ha sentito qualcosa contattateci attraverso il giornalista Orazio Vasta, al 349 2926242“.

Santa, che non ha mai creduto all’incidente in mare, né tantomeno alla scomparsa volontaria di Enzo e di Fabio, ha più volte ipotizzato che i due, quella stramaledetta notte, hanno visto, al largo del “trafficatissimo” mare fra Augusta e Siracusa, qualcosa che non avrebbero dovuto vedere.